Caro carburanti, la Faib: "Il provvedimento del governo crea solo confusione"

Il decreto legge dell'esecutivo impone ai gestori delle pompe di benzina di indicare il prezzo medio giornaliero oltre a quello praticato

Bologna, 11 gennaio 2023 - L'ultimo decreto del governo, che impone ai benzinai di mostrare oltre al prezzo praticato anche quello medio giornaliero nazionale calcolato dal Ministero delle Imprese, trova la ferma opposizione da parte di Faib (Federazione Autonoma Italiana Benzinai) regionale Emilia Romagna che per voce del presidente Ercole Gori attacca: "Siamo stanchi di passare per ladri e certo non era ciò che ci aspettavamo dal governo".

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Secondo Gori "Questo provvedimento non colpisce chi doveva colpire, le compagnie petrolifere e i retisti, ma l’anello più debole della catena: i compensi dei benzinai non si calcolano a percentuale, ma hanno un margine fisso che è intorno a tre centesimi lordi, indipendentemente dal costo finale del carburante".

Secondo il decreto dell'esecutivo, come riporta una nota di Confesercenti, i gestori delle pompe di benzina devono comunicare il prezzo di vendita praticato e pubblicare quello medio giornaliero nazionale calcolato dal Ministero delle Imprese. Se i gestori non dovessero attenersi alla nuova regola rischiano una sanzione amministrativa e in caso di recidiva si può arrivare alla sospensione dell'attività dai sette ai novanta giorni.

Gori per questo ribadisce il suo disappunto: "L’esecutivo smentisce se stesso: i dati ufficiali del Ministero dell’Ambiente certificano che l’aumento dei prezzi alla pompa è stato in linea con il rialzo dovuto al ripristino delle accise. Nella media dei prezzi dal 1° gennaio all’8 gennaio, infatti, la benzina è aumentata rispetto alla precedente rilevazione di 0,168 euro/litro e di 0,160 euro/litro per il gasolio, ossia in misura minore dell’aumento dell’accisa, pari a 0,183 con IVA euro/litro e anche il gpl è aumentato (+0,026 euro/litro) in misura minore all’accisa ivata che è cresciuta nel frattempo di 0,034 euro/litro".

Da qui il secco giudizio contro il provvedimento adottato dall'esecutivo bollato da Gori come "fuorviante e inutile, considera i gestori pericolosi speculatori e scarica su di essi - che ripeto non stabiliscono i prezzi e sono evidentemente l’anello più debole della filiera dei carburanti - l’ennesimo assurdo adempimento. Senza contare che non affronta il rischio concreto che il prezzo possa essere influenzato in larga parte dal fenomeno - già noto agli organi di controllo e sotto gli occhi di tutti - dell’illegalità fiscale e contrattuale, che secondo le nostre stime conta per il 30% dell’erogato totale della rete"

Per i benzinai di Faib Confesercenti il decreto legge del governo rischia "di essere solamente propaganda, ma con un effetto reale di complicazione e incremento degli oneri per le imprese del settore". "Sarebbe interessante – conclude Gori – avere il parere dell’Antitrust su questo provvedimento. Noi comunque faremo di tutto per cercare di modificare un provvedimento tanto ingiusto quanto inutile”.