Bologna, 16 giugno 2025 - La Regione vuole recuperare gli alloggi popolari sfitti e rigenerarli. Su 4.800 immobili in tutto il territorio dell’Emilia-Romagna, viale Aldo Moro punta a rigenerarne almeno 3.500, portandoli da Edilizia residenziale pubblica (Erp) a Edilizia residenziale sociale (Ers), quindi con canoni di affitto leggermente più alti e nuove graduatorie.

Sul piatto ci sono 300 milioni di euro: 200 milioni grazie a un mutuo a tasso agevolato siglato con la Banca Europea degli investimenti, oltre a 100 milioni presi dalle casse della Regione.
“Queste risorse saranno finalizzate, da un lato, al recupero degli immobili e, dall’altro, a garantire un ulteriore cuscinetto volto all’efficentamento energetico degli alloggi Erp - spiega Giovanni Paglia, assessore regionale alle Politiche abitative -. In questo momento abbiamo un problema crescente di morosità che riguarda le bollette, non solo per chi vive all’interno delle case popolari. Gli alloggi Erp sono ‘edifici antichi’ per cui hanno una classificazione energetica molto bassa e quindi si pagano 200-300 euro di affitti e utenze molto più alte. Ecco perché vogliamo dare una risposta importante in termini di equità e sostenibilità”.
Gli interventi previsti
Due, quindi, le linee di intervento: recuperare 3.500 alloggi oggi non assegnati perché bisognosi di ristrutturazione per almeno 30mila euro ad appartamento e migliorare le prestazioni energetiche per far fronte a costi delle bollette esorbitanti.
“Abbiamo già dato mandato ad Acer e ai Comuni per una mappatura completa immobile per immobile di tutti quelli inutilizzati e stimare il canone che potrebbe essere concordato - prosegue Paglia -. Poi stabiliremo con precisione millimetrica interventi. Noi questi 3500 immobili li toglieremo dalla condizione di Erp e li porteremo nella condizione di Ers, con una graduatoria diversa e canoni leggermente più alti. Non stiamo depauperando Erp perché andiamo a recuperare immobili inutilizzati, con un canone medio attorno a 350 euro al mese. E questo canone ci consente di finanziare l’intera operazione, che quindi si auto sostiene”.
L’esplosione dell’emergenza abitativa
“Negli ultimi 10 anni l’emergenza abitativa è esplosa - puntualizza il governatore Michele de Pascale -. Il sistema dell’Erp è andato drammaticamente in crisi perché il pagamento dei canoni non corrisponde alla capacità di rigenerazione degli immobili e così le Acer non sono in grado di garantire la ristrutturazione degli immobili che vengono restituiti dopo molti decenni di utilizzo”.
“Nella nostra visione è un primo intervento che nella nostra visione proseguirà anche rivolgendosi al mercato privato - chiude de Pascale -. Oggi abbiamo una legge urbanistica che spingeva sul tema dell’Ers, ma che non ha prodotto risultati sperati. Abbiamo normative sul tema delle foresterie aziendali che vanno riviste alla luce delle criticità che abbiamo oggi. In più c’è il tema che stiamo approfondendo con la Bei in termini di attrazione di investimenti privati”.
Quando tempo servirà per il progetto
L’orizzonte temporale per agire secondo la Regione è di cinque anni per la realizzazione dei lavori nelle due linee di programma, ma l’obiettivo è avviare e concludere gli interventi di ristrutturazione degli alloggi in due anni. Saranno i Comuni a contribuire pro - quota alle rate che dovrà versare la Regione e una parte del ricavato confluirà in un Fondo di garanzia per coprire eventuali morosità. È previsto anche un extra profitto che viale Aldo Moro rimetterà nel circuito dell’edilizia residenziale pubblica per rafforzare la manutenzione degli alloggi.
La manifestazione d’interesse
Entro l'estate la Regione pubblicherà una manifestazione di interesse per raccogliere le candidature dei Comuni che hanno alloggi Erp liberi, non assegnabili per motivi manutentivi, e fabbricati da efficientare dal punto di vista energetico, sulla base di criteri - concordati tra la stessa Regione e le Amministrazioni locali- che vanno dai fabbisogni dei territori, alle condizioni edilizie degli alloggi, alla possibilità di essere facilmente immessi nel mercato.
Le convenzioni coi Comuni
Contemporaneamente la Regione definirà le procedure, tra cui quelle relative alle convenzioni che dovranno essere stipulate con i Comuni, e provvederà a modificare la legge regionale 24/2001 che disciplina l'intervento pubblico nel settore abitativo, con passaggio dunque in Assemblea legislativa. Entro l'inizio del 2026 uscirà il bando rivolto ai Comuni per raccogliere le candidature di alloggi e fabbricati che potranno beneficare degli interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico e i bandi rivolti ai nuclei interessati alla locazione calmierata.
"Emilia Romagna molto attrattiva”
“L'Emilia-Romagna è molto attrattiva per motivi di studio, lavoro e sempre più anche sul piano turistico - concludono l’assessore Paglia e il presidente regionale -. Una dinamica di per sé positiva, ma che va governata. Non possiamo lasciare tutto al mercato, vogliamo e dobbiamo lavorare per salvaguardare un modello di welfare e di coesione sociale che da sempre rappresenta il valore aggiunto di questa regione. A questo primo provvedimento, che agisce dando il buon esempio sul patrimonio pubblico ne seguiranno altri di natura urbanistica e in sinergia con il sistema produttivo regionale. Resta il tema, ineludibile, di un Piano casa nazionale sostenuto da adeguate risorse. Un provvedimento che manca da troppo tempo e senza il quale ogni misura adottata a livello locale rischia di essere non esaustiva".