Cesena, 5 aprile 2025 – I dazi del 20% sul vino italiano ed europeo, annunciati mercoledì dal presidente degli Usa Donald Trump, sono senza dubbio l’argomento del giorno. Ma l’apertura della 57esima edizione di Vinitaly è, in realtà, l’occasione per una riflessione a tutto campo sullo stato di salute della viticoltura di casa nostra, assieme a un interlocutore d’eccezione: Alessio Mammi, assessore all’Agricoltura e all’agroalimentare della regione Emilia-Romagna. Assessore Mammi, cominciamo proprio dai dazi.

Quali effetti avranno sull’agroalimentare della nostra regione?
“Le conseguenze non riguarderanno solo il nostro agroalimentare, ma tutti i prodotti di qualità del Paese. Il governo deve lavorare in ambito Ue per costruire risposte adeguate e accelerare la costruzione di rapporti commerciali anche con nuovi mercati. Per noi resta centrale la promozione. Abbiamo inaugurato tre edizioni del ‘Fancy food show’ a New York: torneremo anche nel 2025, perché è importante essere presenti nel nostro principale mercato di esportazione, anche in questa fase storica complessa. Tra gennaio e settembre 2024, l’Emilia-Romagna ha esportato verso gli Usa circa 725 milioni di euro di prodotti alimentari. Saremo anche in Giappone, a Expo2025, per consolidare quei rapporti commerciali e cercare di aprire nuovi canali”.
Alla 57esima edizione di Vinitaly l’Emilia-Romagna sarà presente con lo slogan ‘Vieni via con me’: cosa intendete evidenziare?
“Siamo la sola regione unita da una strada, la via Emilia, che collega Piacenza a Rimini. Le comunità disseminate lungo la via Emilia danno vita, con il loro ‘saper fare’, alla Food valley d’Italia, caratterizzata da 44 produzioni Dop e Igp che valgono 3,6 miliardi di euro. Il comparto agro-alimentare della nostra regione vale, nel suo complesso, 34 miliardi di euro, ed è la seconda voce di export dopo la meccanica. Cibo, vino e motori sono l’identità del nostro territorio, garantendo occupazione, competitività delle imprese e benessere sociale”.
Quali sono i numeri del vino della nostra regione?
“Con i suoi 53mila ettari di superficie vitata, l’Emilia-Romagna è la quinta regione viticola d’Italia. La nostra regione produce 6,65 milioni di ettolitri di vino (in aumento del +8,4% nel 2024). Tra le preferenze di consumo, anche nel 2024 i vini bianchi hanno avuto la meglio, raggiungendo il 61,4% del totale, rispetto al 37,3% dei rossi e all’1,2% dei rosati. Esportiamo 452 milioni di euro di vino, principalmente nel Regno Unito, in Germania, Stati Uniti, Messico e Canada”.
Quali i numeri della provincia di Forlì-Cesena? L’areale è noto non solo per il Sangiovese, ma anche per l’Albana, il Trebbiano, il Famoso…
“In tutta la regione ci sono poco più di 15mila aziende viticole, di cui 2.210 in provincia di Forlì-Cesena, con 1.441 ettari di vigneto a produzione biologica. È un patrimonio importante, da tutelare e promuovere nel mondo”.
L’edizione 2025 di Vinitaly dedicherà, per la prima volta, una sezione speciale ai vini dealcolati. Il boom delle etichette senz’alcol è una minaccia o un’opportunità per i nostri viticoltori?
“I prodotti dealcolati possano diventare un’opportunità di mercato per chi li produce e di consumo per chi non beve alcolici per ragioni personali o religiose, nonché per quei paesi in cui esiste la tradizione del non consumo, spesso rigidamente regolamentata. È importante, però, che queste bevande non siano chiamate ‘vini’, sia per ragioni di trasparenza verso i cittadini che consumano questi prodotti, sia per gli stessi produttori. Sarebbe più corretto usare una denominazione diversa, per evitare danni diretti a chi produce vino ed è soggetto, invece, a precisi disciplinari”.