Formaggio di fossa di Sogliano: un giro d’affari sui 3 milioni

Sogliano, torna la tradizione di metterlo a stagionare nelle buche. È apprezzato in tutto il mondo

Cesena, 11 divembre 2022 - La resurrezione dopo il buio della pandemia. A Sogliano al Rubicone, in provincia di Forlì Cesena, c’è stato un exploit per la 47a fiera del formaggio di fossa dop di Sogliano organizzata da Pro Loco e Comune. Quest’anno il flusso dei visitatori in tutte e tre le domenica di festa per il fossa è stato altissimo con migliaia di persone che hanno preso d’assalto gli stand. Tanta gente nei locali della Pro Loco. Soddisfatti gli amministratori comunali e il presidente della Pro Loco Luigi Punzo: "Siamo molto contenti noi della Pro Loco, il Comune, i commercianti e tutti coloro che sono venuti ad assaporare l’oro di Sogliano".

Marco Pellegrini con il formaggio collocato nella sua grandissima fossa
Marco Pellegrini con il formaggio collocato nella sua grandissima fossa

A Sogliano il fossa si trova tutto l’anno anche per soddisfare le decine di richieste che arrivano da ristoranti e negozi di ogni parte del mondo, dalla Russia, all’America, al Giappone, agli Emirati Arabi oltre dai paesi europei. Quest’anno sono tornati i contadini a portare i loro sacchetti nelle fosse, facendo ricordare i secoli passati quando erano solo loro a portare il formaggio nelle buche. Le prime fosse di Sogliano potrebbero anche avere più di 2000 anni.

Oggi portano nelle buche il formaggio commercianti, caseifici e aziende agricole. Il 70% è pecorino, in quanto la gente lo preferisce. Per il resto formaggio misto, vaccino e caprino. Quest’anno il fossa ha avuto prezzi contenuti, dai 23 euro per il vaccino, 24 euro il misto fino ai 27 euro al chilo per il pecorino, quello dop. Contenta la sindaca Tania Bocchini: "Siamo felici di avere visto, dopo le sofferenze della pandemia, di nuovo le strade del centro storico riempirsi di gente".

Quest’anno il volume d’affari dovrebbe essere stato di circa tre milioni di euro, ben lontano dai sei milioni dei tempi d’oro del fossa, prima della crisi del 2008 e 2009. Dice Francesco Rossini, figlio di Gianfranco, titolari delle Antiche Fosse storiche Malatestiane, usate fin dal Medio Evo dalla famiglia Mengozzi e oggi dei fratelli Francesco e Rachele Rossin: "Quest’anno ci siamo concentrati sui privati per garantire a tutti la possibilità di avere il proprio sacco di formaggio da mettere nelle fosse. Ci sono stati circa 300 privati che ci hanno portato il sacchettino a stagionare". Concludono i fratelli Mario e Marco Pellegrini titolari di diverse fosse: "La stagionatura è stata ottima e col sapore più delicato grazie al caldo e alle temperature, esterne alle fosse, elevatissime dell’estate 2022".