Furti di marmitte delle auto, numeri alti anche in Emilia Romagna: ecco perché

Fenomeno frequente a Bologna, Modena e Parma, ma anche i Romagna. Il vero obiettivo è quello di capitalizzare al massimo il valore dei singoli metalli presenti nel catalizzatore

Marmitta di un'auto (immagine di repertorio)

Marmitta di un'auto (immagine di repertorio)

Bologna, 24 marzo 2023 – Si gira la chiave nell’accensione ed ecco che l’auto inizia a rombare quasi come fosse un jet in procinto di decollare. Il motivo? Molto probabilmente qualcuno ha rubato il catalizzatore della marmitta da sotto al veicolo. Purtroppo il fenomeno è molto più frequente di quanto ci si possa aspettare, dal momento che soltanto nell’area di Bologna verrebbe effettuato, secondo i riscontri delle forze dell’ordine, mediamente un furto di questo genere ogni due giorni. Allargando il raggio all’intera regione poi, è facile rendersi conto che purtroppo il fenomeno è ampiamente diffuso su larga scala, dal momento che soltanto nelle ultime settimane sono arrivate molteplici segnalazioni soprattutto dalle zone emiliane di Modena e Parma, ma non solo. La stessa ‘piaga’ ha riguardato pure la Romagna, con particolare riferimento però ai mesi della scorsa estate, quando vennero segnalate raffiche di furti tra Rimini e la provincia di Forlì-Cesena.

Le ragioni

Il motivo di tanta attenzione verso questa specifica parte dell’automobile riguarda il fatto che nella componente destinata ad abbassare le emissioni dei gas di scarico sono presenti diversi metalli rari, che hanno valori molto elevati. Anche dieci volte superiori a quelli dell’oro.

Il valore del singolo pezzo

Già per questa ragione, è chiaro che il prezzo del singolo oggetto, nel caso venga poi rivenduto, è piuttosto elevato: si parte da una base di almeno 500 euro, che può triplicare (o andare anche oltre) in base ai vari modelli disponibili.

Colpi mirati

Il vero obiettivo di chi effettua questo genere di furti è però molto spesso un altro, quello cioè di capitalizzare al massimo il valore dei singoli metalli presenti nel catalizzatore, che sono essenzialmente tre: platino, palladio e rodio. La loro presenza si calcola ovviamente in grammi – o in frazioni di grammi –, ma se è vero che le somme fanno il totale, effettuare colpi in serie, prerogativa che può per esempio attirare l’attenzione della malavita organizzata, può portare ad accumulare veri e propri ‘tesori’.

Le cifre

È difficile stabilire ordini di grandezza universali in relazione ai quantitativi di metalli presenti in ogni marmitta, perché le caratteristiche dei modelli variano sensibilmente, partendo da pesi che si assestano in linea di massima sul grammo mezzo di platino, sul mezzo grammo di palladio e su 0,02 grammi di rodio. Complessivamente però i metalli presenti possono incidere per un peso compreso tra 6 e anche 30 grammi. Un chilo di platino viene valutato poco meno di 30.000 euro, la stessa quantità di palladio indicativamente varia tre i 70 e gli 80.000 euro, mentre per il rodio si arriva anche a superare (ampiamente) il mezzo milione di euro. È doveroso in ogni caso ricordare che le forbici sono molto variabili, anche perché il mercato di riferimento di queste contrattazioni è tutt’altro che alla luce del sole. E non prevede l’emissione di ricevute fiscali.

I modelli più a rischio

I veicoli più nuovi sono maggiormente appetibili (il riferimento è in particolare a quelli immatricolati euro 4, 5 e 6), mentre per quanto riguarda i modelli, i parametri sono vari: i suv, essendo più sollevati da terra, consentono una più facile accessibilità all’area da depredare, ma anche auto di piccole dimensioni possono ‘ingolosire’ per via delle più semplici operazioni necessarie.

A cosa prestare attenzione

Il catalizzatore può essere smontato soltanto quando l’impianto si è raffreddato, quindi le soste di breve durata in linea di massima non presentano particolari rischi. E’ ovviamente necessario svolgere un intervento che richiede tempo e che difficilmente passa inosservato e per questo spesso l’auto finita nel mirino viene spesso affiancata da un furgone di ampie dimensioni il cui compito è quello di celare alla vista di eventuali passanti quanto sta accadendo.

Cosa fare se si subisce il furto

La priorità è denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine, sia per chiedere giustizia, sia per avvisare chi di dovere che in zona potrebbe essere in corso una serie di colpi mirati. In effetti spesso questo genere di reato viene perpetrato su più veicoli, proprio per riuscire a racimolare quanti più metalli preziosi possibile. Dopo di che ovviamente non resta che recarsi dal proprio meccanico di fiducia, dove ad attendere il malcapitato automobilista probabilmente non ci saranno buone notizie: il costo della riparazione (anche in questo caso molto variabile in base ai modelli) può arrivare a superare il migliaio di euro.