REDAZIONE EMILIA ROMAGNA

Granchio blu amaro? Colpa di un parassita: il 97% degli esemplari in Emilia Romagna è infetto

È responsabile della “malattia del granchio amaro”. Sono stati analizzati centinaia di esemplari provenienti da sette diverse aree lagunari: ecco cos’è e quali sono le conseguenze per l’uomo. In Veneto è presente solo nel 33% dei crostacei

Ferrara, 21 gennaio 2025 – Continua la maledizione del granchio blu. Si è scoperto infatti che, oltre ad essere stato una vera e propria piaga per l’attività dei pescatori della nostra costa, ospita anche un parassita

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Recenti studi condotti dal Centro specialistico ittico dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie hanno rivelato che questo crostaceo può essere portatore di un parassita del genere Hematodinium, responsabile della cosiddetta "Bitter Crab Disease" o "malattia del granchio amaro".

Questo non rappresenta un rischio diretto per la salute umana, ma può compromettere la qualità della carne dei granchi infetti, conferendole un retrogusto amaro dopo la cottura, rendendola quindi meno appetibile per i consumatori.

Scoperto nel granchio blu un parassita che causa la "Bitter Crab Disease" nota anche come "malattia del  granchio amaro"
Scoperto nel granchio blu un parassita che causa la "Bitter Crab Disease" nota anche come "malattia del granchio amaro"

Lo studio e i risultati 

Il progetto di ricerca, finanziato dal Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, ha analizzato 225 esemplari di granchi blu provenienti da sette diverse aree lagunari tra aprile e maggio 2024. Tra i siti di campionamento figurano località dell'Emilia Romagna come Goro (Ferrara) e Marina di Ravenna.

I risultati preliminari hanno evidenziato una significativa diffusione del parassita nella regione: il 97% degli esemplari raccolti in Emilia Romagna è risultato positivo a Hematodinium, un dato molto più elevato rispetto al 33% registrato in Veneto e alla totale assenza del parassita nelle lagune del Friuli Venezia Giulia.

Gli operatori del settore ittico emiliano-romagnolo avevano segnalato numerosi esemplari letargici o moribondi, con scarsa resistenza al trasporto e alla manipolazione. Questi granchi sono stati confermati come fortemente infetti dal parassita.

Le conseguenze del parassita

La conseguenza diretta di questa infezione riguarda sicuramente la perdita economica dei pescatori. Questo parassita inoltre è noto per la sua capacità di infettare anche diverse specie di crostacei marini, causando quindi decremento delle popolazioni naturali autoctone, con impatti ecologici e perdite economiche per il settore della pesca commerciale. 

Fortunatamente il parassita non è trasmissibile all'uomo, tuttavia il consumo di granchio blu crudo o poco cotto può comportare alcuni potenziali rischi per la salute come gastroenteriti acute. Pertanto è consigliabile consumare il granchio blu sempre con un'adeguata cottura.

Domani si presenta il piano di contrasto al Ministero

Sarà presentato domani alle 9 al Masaf il "Piano di intervento per contenere e contrastare il fenomeno della diffusione e della proliferazione della specie granchio blu". Parteciperanno il Commissario straordinario per il granchio blu, Enrico Caterino, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, e il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Il Piano di interventi è stato redatto dal Commissario Straordinario, nominato dal Governo Meloni a settembre 2024. Alla stesura del documento hanno contribuito l'Ispra, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Crea, le Capitanerie di Porto e gli Enti territoriali interessati. L`obiettivo del Piano è definire linee guida strategiche per contribuire alla difesa della biodiversità degli habitat colpiti dall`emergenza, contenere e contrastare la diffusione e la proliferazione della specie granchio blu, prevenire l`aggravamento dei danni all`economia e al settore ittico e, infine, promuovere e sostenere la ripresa delle attività di allevamento e pesca.