
Eugenio Giani e Michele de Pascale su fronti opposti nella guerra tra le Regioni sulle pale eoliche
La guerra del vento finirà in tribunale. La Regione Emilia Romagna si prepara a fare ricorso al Tar, insieme agli altri enti coinvolti (la Provincia, i comuni confinanti) per fermare il progetto dell’impianto eolico di Badia del vento, previsto nel comune toscano di Badia Tedalda ma ai confini con Romagna e Marche. Progetto autorizzato, nonostante la contrarietà dell’Emilia Romagna, di sindaci, comitati, associazioni e delle stesse Soprintendenze per l’impatto negativo che Badia del vento, con 7 aerogeneratori alti 180 metri, avrà sull’ambiente e sulla fauna. Dopo l’ok il presidente dell’Emilia Romagna Michele de Pascale, il presidente della Provincia Jamil Sadegholvaad e altri, dai sindaci dei paesi coinvolti al deputato Pd Andrea Gnassi) hanno avuto parole di fuoco contro la Regione Toscana. Ieri, puntuale, è arrivata la secca replica del presidente della Toscana, Eugenio Giani.
"Laddove vediamo – ha detto ieri Giani – che non ci sono le condizioni, noi accogliamo i pareri tecnici ed esprimiamo una pronuncia negativa. Nel caso di Badia del vento, c’è il parere favorevole del sindaco e riteniamo di avere una posizione equilibrata e di buon senso". "Gli impianti – ha aggiunto – sono stati previsti sul crinale perché è lì che ci sono le potenzialità maggiori di produrre energia con le pale eoliche. Sono stati presentati progetti da vari operatori. Quello di Badia del vento noi lo vediamo con una prospettiva di realizzazione, e riguarda 7 pale. Su altri abbiamo emesso dei pareri negativi, quindi non si può accusare la Toscana di avere un’impostazione a favore senza se e senza ma". "Un tema da non politicizzare – ha aggiunto l’assessore all’ambiente Monia Monni – Gli uffici tecnici hanno ricomposto un quadro che consente di superare le possibili criticità ambientali e di autorizzare l’impianto".
Nel verbale della conferenza di servizi che riuniva tutti gli enti coinvolti chiamati a dare un parere, vengono spiegati i motivi per cui si è deciso di autorizzare Badia del vento. "La sola visibilità di un impianto eolico, in assenza di un’effettiva compromissione del paesaggio, non è un elemento sufficiente a giustificare un giudizio negativo. Nel caso specifico (Badia del vento) la percezione visiva, pur risultando accertata, può essere considerata oggettivamente poco significativa", viene scritto in merito alle osservazioni delle Soprintendenze e di altri enti. Per quanto riguarda le valutazioni sull’incidenza di Badia del vento su ambiente, territorio e fauna, "sulla base delle analisi e delle azioni previste di mitigazione e compensazione", è stato ritenuto che "gli effetti producibili dell’impianto eolico siano al di sotto della soglia di significatività". Insomma: le obiezioni delle Regioni Emilia Romagna e Marche, dei comuni confinanti, delle Soprintendenze non sono state accolte.
La battaglia sull’eolico è destinata a spostarsi nelle aule di tribunale. Anche perché, oltre a Badia del vento, sono stati depositati progetti per altri impianti eolici ai confini con Romagna e Marche. Sono stati depositati al ministero dell’ambiente altri 8 progetti. Il più grande è quello in località Poggio Tre vescovi: 11 aerogeneratori, per una potenza di 72,6 Megawatt. Sommando tutti i progetti ad altre 65 pale, per circa 400 Megawatt. Ma su questi altri progetti, a differenza di Badia del vento, sarà il governo a decidere, visto che ciascuno supera i 30 Megawatt.