
Uno scorcio dell'Appennino emiliano: a Bologna un convegno per individuare le soluzioni ai problemi delle aree fragili del territorio regionale
Bologna, 7 febbraio 2025 - Sette montagne, otto colline e una pianura. Il nuovo libro degli statistici e demografi Gianluigi Bovini e Franco Chiarini è stato presentato in mattinata nella sala ‘20 maggio 2012’ nella Terza Torre regionale, all’interno del convegno organizzato da Fnp e Cisl Emilia-Romagna in collaborazione con Fondazione Generazioni. Questo volume cerca di rispondere alla domanda: “riabitare i territori fragili emiliani e romagnoli è possibile?”.
La ricerca, in "un'Italia vuota e più piccola", descrive come "l'inverno demografico cambierà il volto del nostro Paese". L’analisi prende in esame le dinamiche demografiche, i processi di modernizzazione, gli equilibri ambientali e le mobilità sociali territoriali, puntando anche sulle contraddizioni e opportunità. Si sostiene che l'Italia del margine non è una parte residuale, ma un terreno decisivo per affrontare le sfide future.
Demografia ed età avanzata nei comuni di montagna e pianura
Bovini e Chiarini hanno osservato 118 comuni della montagna e della pianura, riscontrando una quota di persone anziane maggiore rispetto ad altre aree dell'Emilia-Romagna: quasi una persona su tre ha più di 64 anni. L'aspettativa di vita è di 86 anni per le donne e 82 anni per gli uomini.

Impatto dell'invecchiamento su sanità e welfare
Il volume vede la partecipazione attiva anche della Fnp Cisl regionale. "Lo studio ha evidenziato le pesanti ricadute che l'invecchiamento della società avrà su sanità e welfare", sottolinea Gina Risi, segretaria generale Fnp Cisl Emilia-Romagna. Come sindacato, ci siamo attivati per contrastare lo spopolamento dell'Appennino e della pianura."
Secondo Risi, molte delle fragilità del territorio sono aggravate dal cambiamento climatico: "Nel 2024 si sono verificati 52 fenomeni tra frane e inondazioni, con una carenza di personale sul posto".
Immigrazione e attrattività regionale
Filippo Pieri, segretario generale Cisl Emilia-Romagna, sostiene che la regione rimane attrattiva, con i comuni di montagna che accolgono 132,7 immigrati per ogni 100 emigrati, una media superiore al valore regionale. Questo si inserisce nel contesto del Patto per il Lavoro e per il clima, dove l'analisi si è concentrata sulla montagna e collina, lontane dai centri economicamente più forti.
Pieri spiega: "L'attrattività è supportata non solo dalle università, ma anche dalla capacità della Regione di attrarre forza lavoro. Questi sono strumenti chiave, assieme agli investimenti nei servizi per migliorare le condizioni di vita delle famiglie".
L’incontro ha avuto inizio alle 9.30, con una vasta partecipazione di iscritti alla Cisl e rappresentanti istituzionali, tra cui Maurizio Fabbri, presidente regionale dell'Assemblea Legislativa. "Se non si parte dai numeri, si sbagliano gli interventi. Dunque, è il momento di avviare le politiche idonee per invertire questa rotta."