Italia basket Olimpiadi: Melli e soci. Le radici azzurre tra Bologna e l'Emilia Romagna

La nazionale che si è qualificata per Tokyo ha una fortissima matrice emiliana. Dallo staff tecnico al parco giocatori, senza dimenticare anche i dirigenti. Ecco i protagonisti

Melli esulta: la Serbia è sconfitta e l'Italia qualificata alle Olimpiadi

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Bologna, 5 luglio 2021 - Tokyo, stiamo arrivando. L’urlo, felice e perentorio, parte da una notte magica, all’Aleksandar Nikolic Hall di Belgrado, dove la nazionale di basket, allenata da Meo Sacchetti, confeziona un’impresa clamorosa.

Perché batte i maestri serbi sul loro campo. E lo fa con una prova convincente. Sempre avanti nel punteggio (tranne l’effimero 36-32 per Teodosic & Co) e con una personalità e un’incoscienza strabordanti. A Tokyo, a Tokyo è l’urlo che riecheggia tra Bologna e l’Emilia, perché la Nazionale azzurra ha in qualche modo una forte, fortissima, matrice emiliana.

Dallo staff tecnico al parco giocatori, senza dimenticare anche i dirigenti.

Partiamo dal ct Meo Sacchetti, 67 anni. Anche se la parentesi in Fortitudo Bologna, in questa stagione, non è stata delle migliori perché culminata con l’esonero a favore di Luca Dalmonte. Da giocatore, però, il buon Meo ha conosciuto Bologna. Anzi, si è rilanciato a Bologna diventando, grazie al Gira, un atleta di interesse nazionale. Argento per esempio ai Giochi di Mosca nel 1980, quelli boicottati dagli Stati Uniti

Radici bolognesi per Piero Bucchi, 63 anni, uno degli assistenti del tecnico, che a Bologna è nato, ha allenato a livello giovanile la Virtus, per poi transitare anche per Rimini e per la vicina (sconfinando dai confini regionali) Pesaro. Lele Molin, 61 anni, un altro degli assistenti di Meo, era uno dei vice di Ettore Messina nella Virtus che, nel 2001, vinse Coppa Italia, Eurolega e scudetto per un altrettanto incredibile Grande Slam.

Legami con la regione per il preparatore atletico, Matteo Panichi, 48 anni, cresciuto a Pesaro, passato per Rimini e Forlì e con una stagione sempre alla Virtus Bologna.

Il team manager della Nazionale è Roberto Brunamonti, 62 anni: il suo legame con le Due Torri - la sua maglia bianconera numero 4 è stata la prima a essere ritirata definitivamente dalla Virtus Bologna - è qualcosa che non si discute.

E in campo? Beh, si parte dal “blocco” Virtus, anche se capitan Ricci, 29 anni, ormai è promesso sposo dell’Olimpia Milano. Se Pippo prenderà altre strade, ci sono altri protagonisti dello scudetto bianconero della Virtus Bologna. Su tutti Alessandro Pajola, 21 anni, capitan Futuro, capace di cancellare dal campo il compagno di club Milos Teodosic. Con lui anche Awudu Abass, 28 anni e Amedeo Tessitori, 27 (transitato pure da Forlì).

Michele Vitali, 29 anni, che dopo la stagione in Germania al Bamberg tornerà in Italia (Venezia), è nato a Bologna. E’ cresciuto nel vivaio Virtus, dove ha pure giocato in serie A, passando per il Gira Ozzano e la Biancoblù Bologna.

Riccardo Moraschini, 30 anni, è nato a Cento, nel Ferrarese, ed è cresciuto nella Virtus. Marco Spissu, 26 anni, ha vissuta una stagione a Bologna. Quella della rinascita della V nera che, retrocessa in A2 nel 2016, è stata capace di tornare subito in A, dopo 12 mesi.

Che dire, poi, di Simone Fontecchio, 25 anni? Reggio Emilia e Alba Berlino le ultime tappe di un ragazzo cresciuto nel settore giovanile della Virtus Bologna, nella quale, poi, ha pure esordito in serie A. Vogliamo dimenticare il capitano del gruppo?

Impossibile. Nicolò Melli è figlio d’arte: mamma Julie Vollertsen vinse l’argento alle Olimpiadi di Los Angeles, nel 1984, nel volley con la maglia degli Stati Uniti. Nick, che da due stagioni è nella Nba, è nato a Reggio e nella Pallacanestro Reggiana ha giocato prima di spiccare il volo verso altri lidi.

Achille Polonara, 29 anni da Ancona, una stagione a Reggio Emilia, prima di andare a Sassari e poi al Tau Vitoria, l’ha vissuta.

Gratta gratta solo il giovanissimo Nico Mannion, 20 anni e Stefano Tonut, 27, non hanno legami diretti con Bologna e con la regione Emilia Romagna. Ma scommettiamo che, prima o poi, qualche contatto ce l’avranno?

Intanto, tutti (virtualmente) a Tokyo per tifare per un gruppo fantastico. Capace di impartire una lezione di basket ai maestri serbi. Qualcosa che, come diceva una celebre pubblicità, non ha prezzo.