Maledice le infradito che aveva ai piedi, che l’hanno rallentata mentre correva verso suo figlio. Il suo "unico raggio di sole". Mamma Daniela ancora non lo sapeva che quell’immagine di Fallou, immobile sulla barella dentro l’ambulanza, sarebbe stata l’ultima che avrebbe ricordato del suo ragazzo vivo. Non lo sapeva, ma l’ha immaginato subito, quando ha visto tutto quel sangue in via Piave. "C’era tanto, tanto sangue in mezzo alla strada", racconta con la voce bassa che trema.
Seduta su uno sgabello, lo sguardo fisso nel vuoto, mamma Daniela scorre le foto e i video con suo figlio sul cellulare. Il volto rigato dalle lacrime e una frase che ricorre: "Me l’hanno ammazzato. Una coltellata al cuore". "Fallou era bellissimo, poteva fare il modello", racconta nonna Loredana, che con la sua forza sostiene tutta la famiglia. Nella sala da pranzo dell’appartamento di via Segantini, non distante dal luogo dove Fallou, 16 anni, è stato accoltellato a morte da un coetaneo, è il dolore a fare da spartiacque tra il passato e il presente. Il papà di Fallou, Mao, non parla. Seduto al tavolo della cucina, la testa appoggiata al muro, piange e basta. Il medico è appena uscito di casa dopo averlo visitato perché la notte passata tra via Piave e l’ospedale Maggiore lo ha provato fino allo stremo.
È mamma Daniela che, nello strazio, ripercorre le ore subito precedenti alla tragedia. Lo fa perché vuol rendere l’immagine reale di suo figlio. Un "raggio di sole" per tutta la famiglia. Un amico sincero per i compagni di scuola e di giochi con cui era cresciuto. E che mercoledì lo hanno visto morire. Prima di quella coltellata, unica e fatale, Fallou era stato felice, come nella maggior parte dei giorni della sua troppo breve vita. Erano state ore di serenità quelle passate in famiglia mercoledì: "La nonna aveva fatto la pizza, che a lui piaceva molto – dice mamma Daniela –. Era da un po’ che non la faceva perché non era stata molto bene. È stato bello. Lui era seduto a capotavola, abbiamo scherzato". Finita la cena, Fallou ha chiesto alla mamma di uscire. Sarebbe andato al solito posto, al parco del Velodromo dove lo aspettavano gli amici. "Alle 22 mi ha chiamato il suo migliore amico, hanno la voce quasi identica. Mi fa: ‘Vieni, è successa una cosa brutta’. Io gli ho risposto ‘Fallou, dai, non scherzare’. E il ragazzo allora mi ha detto: ‘Lo hanno accerchiato, vieni subito’".
E Daniela è corsa. Vestita da casa, così come era, le infradito ai piedi che le impedivano di essere veloce come avrebbe voluto. "Quando sono arrivata Fallou era dentro l’ambulanza. E c’era sangue, tanto sangue intorno... Gli mancava un dente. Nel cuore lo hanno accoltellato il mio bambino. Ha sofferto tanto... Era tutto solo il mio Fallou quando gli hanno fatto questo...".
Mamma Daniela si interrompe, perché il dolore del ricordo, così fresco eppure già eterno, le spezza la voce. Scorre un video che ha sul telefono di loro due sorridenti. Lei chiede al figlio se sta venendo bene. Lui scherza. Sembra passata un’era da quei visi aperti. Il dolore ha scavato un solco. E nella sofferenza di oggi, quella gioia è solo il ricordo straziante di qualcosa che non può tornare. E allora nonna Loredana interviene, per raccontare quel suo nipote tanto amato che, da bimbo, accompagnava ogni mattina a scuola: "Tutti i bambini gli volevano bene, era un punto di riferimento in classe. E anche adesso, al Belluzzi, aveva tanti amici. Nessuno gli voleva male, perché lui era buono, difendeva tutti. Lo ha fatto anche mercoledì sera, ha difeso un suo amico – scuote la testa la nonna –. Nessuno avrebbe potuto volergli tanto male. Eppure ce lo hanno portato via".
Nicoletta Tempera