Gas mare Adriatico, le trivelle spaccano la maggioranza

La crisi del gas: nasce l’asse tra dem, Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Lista Bonaccini. Il M5s: "Un errore"

Trivelle nell'Adriatico

Trivelle nell'Adriatico

Il via libera politico della Regione (ma poi decide il Governo) alla ripresa delle trivellazioni in Adriatico, spacca la maggioranza. E il voto a un documento presentato come primo firmatario da Marco Lisei, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale, ha visto nascere in aula un inedito asse tra FdI, Lega, FI, Pd e Lista Bonaccini. Che hanno firmato e votato una risoluzione con la quale si impegna la giunta di viale Aldo Moro a sollecitare il governo – e impegnarsi in tutte le sedi – a riattivare i canali di estrazione di gas nel mare Adriatico. Il voto contrario di Emilia-Romagna Coraggiosa, Europa Verde e M5s, commenta soddisfatto Lisei, che aveva accettato gli emendamenti proposti dal dem Gianni Bessi, "è il segno palese, politicamente significativo, che la maggioranza di centrosinistra si è spaccata".

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Per la prima volta, sottolinea il capogruppo di FdI in Regione, "su questi temi il Pd non si fa imporre veti dalle forze politiche più ideologiche della coalizione". Fino ad oggi i dem "avevano il freno tirato. Ma, visti gli eventi degli ultimi mesi, anche loro si sono resi conto che non è più il tempo di nicchiare". Lisei spiega che la risoluzione parla "di riattivare piattaforme esistenti". Ma la bocciatura – sempre da parte di centrodestra, Pd e Lista Bonaccini – di una risoluzione di Silvia Piccinini (M5s) contro l’apertura di nuovi pozzi per l’estrazione di gas in Adriatico, "fa pensare a un’implicita apertura all’attivazione di nuove piattaforme di trivellazione", spiega Lisei. Per FdI "le bollette degli italiani sono una priorità, e la riattivazione delle estrazioni nell’Adriatico costituisce una grande possibilità per aumentare l’autonomia energetica".

Emiliano Occhi, della Lega, afferma che "una reale sovranità politica per un Paese deve passare da una sovranità energetica. Fino a oggi abbiamo creduto alle sirene ideologiche. Ma gli eventi degli ultimi mesi ci hanno aperto gli occhi". "Tutti – continua il leghista – crediamo che si debba puntare sulle rinnovabili, che andranno gradualmente a sostituire le fonti fossili, ma il tema è in che modi e in che tempi. Oggi non siamo pronti per farlo nell’immediato e dobbiamo correre ai ripari".

Di parere opposto la Piccinini. "Chi pensa che la risposta al caro bollette sia quella di trivellare di più il nostro mare è totalmente fuori strada", avverte la capogruppo grillina. Concedere nuove estrazioni di gas in Adriatico "non servirà ad abbassare i prezzi e non risolverà il problema della nostra dipendenza energetica dalla Russia".

Per far fronte al caro bollette e all’emergenza energetica "in cui siamo piombati dopo lo scoppio della guerra in Ucraina servono riforme strutturali – sostiene la Piccinini –. Non soluzioni fuori dal tempo e dalla storia, destinate a non risolvere i nostri problemi ma anzi ad aggiungerne altri a livello ambientale".