GIORGIA DE CUPERTINIS
Emilia Romagna

"L’educazione alimentare diventi materia di studio"

Andrea Segré: "Su questa tematica bisogna sensibilizzare grandi e piccoli. Avanti con messaggi positivi: bisogna partire direttamente dalle materne".

"L’educazione alimentare diventi materia di studio"

di Giorgia de Cupertinis

Nelle scuole primarie di Valsamoggia, nel Bolognese, sono arrivate le bag ‘antispreco’: Andrea Segré, fondatore della campagna Spreco Zero, quanto è importante insegnare il valore del cibo ai più piccoli?

"È un aspetto più che importante. Commento positivamente iniziative di questo tipo, presenti anche in altre realtà, perché hanno un duplice valore: il primo è quello di accendere i riflettori sullo spreco alimentare, evitando così di buttare via prodotti come ad esempio il pane e la frutta. Il secondo, invece, è quello di insegnare ai bambini - e conseguentemente anche alle loro famiglie - il grande, immenso valore del cibo. È un messaggio molto positivo".

Quando cominciare?

"Tanto prima si inizia a puntare sull’educazione alimentare, meglio è. Bisognerebbe partire dalle scuole materne: l’educazione alimentare non insegna dove andare ad acquistare il cibo, ma insegna che cos’è il cibo, qual è il suo valore. Noi da anni, con la campagna spreco zero, chiediamo che l’educazione alimentare si inserisca nella formazione scolastica di ogni ordine e grado: non bastano, infatti, le poche ore di educazione civica. Perché investire su questo aspetto vuol dire investire anche sulla salute e sulla produzione alimentare. Non solo".

Cos’altro?

"Serve sempre più sensibilizzazione sul tema. E anche per questo abbiamo realizzato un’applicazione, lo Sprecometro, nata per misurare e prevenire lo spreco di cibo. Si tratta di uno strumento che consente anche di lavorare in gruppo e di registrare un punteggio: sono tante, infatti, le classi – e non solo - che partecipano e che hanno in questo modo la possibilità di poter, inoltre, consultare moltissimi contenuti riguardo l’educazione alimentare, per accrescere le proprie consapevolezze e capire come agire per prevenire lo spreco di cibo".

Rispetto al passato, c’è più consapevolezza?

"C’è stato un notevole calo dello spreco alimentare, non soltanto in Italia. Ma dietro questa buona notizia, c’è un aspetto su cui bisogna concentrare l’attenzione: questo risultato, infatti, è stato causa dell’incremento dei prezzi, che ha portato le persone ad acquistare di meno. Paradossalmente però, lo spreco ha colpito maggiormente i più poveri, che hanno sì acquistato di meno, ma hanno comprato soprattutto prodotti di più basso valore nutrizionale, come frutta e verdura vicina al deperimento, e li hanno sprecati. Quando li hanno consumati, invece, si è registrato un peggioramento della salute. Questo è un aspetto su cui bisogna ragionare: come già sottolineato infatti, lo spreco alimentare è l’antitesi della buona alimentazione".