ANTONIO LECCI
Emilia Romagna

Morire di lavoro a 68 anni. Era già in pensione. Stritolato nella cava

Il camionista continuava a svolgere alcuni compiti: schiacciato da una ruspa "Voleva smettere fra qualche mese". Seconda tragedia in tre giorni nel Reggiano .

Morire di lavoro a 68 anni. Era già in pensione. Stritolato nella cava

Morire di lavoro a 68 anni. Era già in pensione. Stritolato nella cava

GUASTALLA (Reggio Emilia)

Nessun infortunio mortale nel Reggiano in tutto il 2023 fino a tre giorni fa. Poi, in 72 ore, sono stati ben due i decessi sul lavoro: e in più c’è un operaio edile in condizioni critiche. Una settimana nerissima di un anno nerissimo: a fine agosto (ultimi dati ufficiali) in Emilia Romagna 49 persone erano morte sul lavoro. In questi giorni abbiamo purtroppo incrementato questa cifra

Tornando al Reggiano, dopo la tragedia costata la vita a un imprenditore edile a Olmo di Gattatico e la caduta dall’alto in un cantiere edile avvenuta il giorno dopo a Reggio città, ieri mattina si è consumato l’ennesimo dramma. Lo scenario è quello della golena del Po, nelle cave di sabbia gestite dalla società Bacchi di Boretto.

Claudio Piccinini, 68 anni, residenza a Santa Croce di Boretto ma di fatto domiciliato a Cavriago, poco prima delle 9 si trovava nell’area della pesatura, col camion pronto a essere caricato di sabbia. Aveva sistemato l’impianto che regge il telone di copertura del cassone e stava riponendo la scaletta negli uffici prefabbricati del piazzale. Quando si è spostato dal camion, non si è accorto della ruspa in manovra condotta da un cinquantenne reggiano. E neppure il conducente della ruspa si è accorto della presenza del camionista dietro di lui. Piccinini è stato schiacciato sotto le pesanti ruote, morendo sul colpo. Alcuni istanti dopo l’operatore del mezzo ha scoperto quanto accaduto. Ed è scattato l’allarme al 118. Ma non c’era più nulla da fare.

I carabinieri, insieme al Servizio di Medicina del lavoro, si sono occupati degli accertamenti tecnici. All’ora di pranzo sono stati informati i familiari, incaricati poi di effettuare il riconoscimento formale del cadavere che al momento, come da prassi, è a disposizione della magistratura.

La vittima era in pensione da qualche mese ma, per far fronte ad alcune esigenze economiche, aveva deciso di continuare a lavorare ancora. Fino a tempi recenti aveva collaborato con una ditta di autotrasporti, ma da agosto aveva cambiato azienda, in quanto per i limiti di età non avrebbe più potuto guidare i "bilici" che aveva sempre condotto in tanti anni di professione. "Diceva di essere stanco. Ancora alcuni mesi e avrebbe smesso di lavorare", confidano gli amici. Sognava di godersi i nipotini e un po’ di riposo.