Nuovo segretario Pd, dall'Emilia Romagna tre nomi per la guida del partito

Si tratta del governatore Bonaccini, la vicepresidente e deputata Elly Schlein e della deputata rieletta a Piacenza ed ex ministra Paola De Micheli

Pd, dall'Emilia Romagna tre nomi papabili per la guida del partito

Pd, dall'Emilia Romagna tre nomi papabili per la guida del partito

Bologna, 29 settembre 2022 - C'è tanta Emilia Romagna in corsa per la guida del Pd, che nel dopo delle elezioni si è messo subito al lavoro per il dopo Letta (che si è chiamato fuori). Sono tre i nomi 'nostrani' che circolano, più o meno insistentemente: Stefano Bonaccini, presidente della regione; Elly Schlein, vicepresidente e neo deputata; Paola De Micheli, deputata rieletta a Piacenza ed ex ministra. Il congresso del partito sarà la prossima primavera. 

E' Bonaccini il vero candidato 'coperto', non scioglie le riserve ma parla già da aspirante segretario. La De Micheli entra a gamba tesa e si propone apertamente a guidare i Dem.

Stefano Bonaccini: "Serve un cambiamento profondo"

Il governatore Bonaccini, a caldo, interpellato subito dopo la conferenza stampa di Enrico Letta dopo il voto, era molto cauto ("Non è il momento di parlare di nomi"). Un punto molto chiaro per lui, da cui il partito non può prescindere è un "cambiamento profondo". È una fase "molto delicata per famiglie e imprese e servono risposte rapide e concrete. Per questo auspico che il nuovo governo si formi presto - spiega Bonaccini in un'intervista al Corriere della Sera -. Poi naturalmente parteciperò al congresso del Pd, perché serve una discussione molto schietta, alla quale mi dedicherò con impegno e determinazione. Il Pd ha bisogno di un forte contributo da parte di tutti". Per la segreteria del Pd "o cambiamo profondamente o bruceremo in fretta anche il prossimo segretario - aggiunge - Serve una leadership ma serve anche un partito". Il problema è di sostanza: "Iniziamo per esempio col dire che nel gruppo dirigente servono molti più amministratori locali, donne e uomini, spesso giovani, che ogni giorno devono dare risposte ai cittadini sui problemi reali". Il Pd è arrivato "alle elezioni senza un progetto forte per l'Italia e senza un'alleanza all'altezza della sfida, nonostante tutti gli sforzi fatti da Letta. Lo certifica il voto dei cittadini". Bisogna "ricostruire dalle fondamenta".

Elly Schlein: "C'è tantissimo da ricostruire"

La vicepresidente della Giunta dell'Emilia-Romagna e eletta alla Camera, da indipendente, con la lista 'PD-Italia Democratica e Progressista'  fa oggi una riflessione su Instagram. Alle elezioni politiche, "domenica abbiamo perso nettamente. E bisogna riconoscere la vittoria piena delle destre, in particolare di Giorgia Meloni. Faremo un'opposizione dura e rigorosa, sul merito, di presidio della Costituzione e di difesa e allargamento dei diritti fondamentali, senza lasciare un centimetro alle discriminazioni e alla marginalizzazione. Saremo di aiuto al Paese". È quanto scrive la Schlein sul suo profilo. Quindi, argomenta, "continueremo nelle battaglie contro ogni forma di diseguaglianza, per il clima e per la dignità del lavoro, lo faremo dentro e soprattutto fuori dal Parlamento. Con umiltà e ascolto, perché abbiamo tantissimo da ricostruire". Quanto all'esito personale del voto del 25 settembre, dice Schlein rivolgendosi ai suoi follower su Instgram "voglio ringraziare profondamente tuttə coloro che ci hanno dato sostegno e fiducia, e coloro che hanno messo impegno e cuore in questa campagna elettorale, a partire dalla comunità democratica e di tutta la nostra lista. Sono stata eletta alla Camera nel collegio di Bologna e Modena: difficile trovare le parole per esprimere quanto grande sia per me l'onore di svolgere questo mandato in Parlamento". 

Paola De Micheli: "Io al Pd per cambiare"

Paola De Micheli conosce bene Giorgia Meloni, "abbiamo avuto i figli nello stesso periodo. È stata brava a infilarsi nelle nostre debolezze e poi l'opposizione paga sempre...", dice in un'intervista a La Stampa la deputata rieletta a Piacenza che si candida a guidare i Dem. "Il Pd non può più essere quello dell'un po' e un po'. Quello dei messaggi mai netti - dice - Non abbiamo mai detto cose nette e radicali e quando abbiamo cominciato a dirle era troppo tardi, come sul Jobs act. E anche in quel caso, credo che il linguaggio non fosse comprensibile perché noi abbiamo un linguaggio complesso e troppo elitario. Va cambiato anche quello". L'ex ministra si candida alla guida del Pd "perché credo profondamente nel mio partito e nel suo ruolo in Italia e in Europa. Se ci ritroviamo e cambiamo possiamo farcela. Sono una candidata terragna e di campagna, una militante e una lavoratrice che ha avuto tutto dal Pd e che vuole fare cose concrete. Le persone ci votano se vedono passione, cuore e autenticità e non gente in posa". Alle elezioni "abbiamo perso e non è colpa degli altri o degli elettori, che ci hanno detto in modo chiaro che dobbiamo cambiare. Quindi dico ripartiamo dai militanti e dagli amministratori, dalle donne". Il metodo "è che dobbiamo essere noi ad andare dalle persone senza pretendere che siano loro a venire da noi". La povertà crescente "è al primo posto nel mio programma. Chi parla di abolire il reddito non ne ha bisogno e non ha mai parlato con chi ne ha bisogno. Aiutare chi ha bisogno è la cosa più di sinistra che c'è. Poi bisogna distinguere tra chi fa il furbo e chi no. Il reddito va certo modificato per raggiungere veramente l'obiettivo". Tra i possibili avversari alla segreteria, come Bonaccini o Schlein, "non temo nessuno, ho le mie idee e io faccio politica da Treviso a Crotone".

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