di Andrea Zanchi
Un terzo mandato di Stefano Bonaccini è un’ipotesi che farebbe felici molti anche fuori dall’Emilia-Romagna. Ascoltare, per credere, le parole di Eugenio Giani, presidente della Toscana che ieri era ospite a Bologna per firmare un accordo di cooperazione tra le due regioni su sanità, innovazione, turismo, cultura, sport, economia e infrastrutture e che non ha potuto sottrarsi alla fatidica domanda: è giusto che l’inquilino di viale Aldo Moro abbia un’altra possibilità di candidarsi e guidare la Regione?
"Al di là di Stefano Bonaccini, si dovrebbe aprire al terzo mandato per i presidenti delle Regioni" ha detto Giani, che nella corsa alla segreteria nazionale del Pd dello scorso inverno era stato tra i principali sostenitori del governatore emiliano-romagnolo contro Elly Schlein. "Spesso – ha poi aggiunto – con la lunghezza della realizzazione delle opere pubbliche nel nostro Paese, il fatto di avere una continuità amministrativa è l’ingrediente per fare le cose. Il fatto di garantire una continuità amministrativa pari al tempo di realizzazione delle opere a mio giudizio è un’operazione di buon senso". Una posizione, espressa "con totale disinteresse, dato che sono eletto da tre anni e sono ancora a metà del primo mandato", ha specificato il numero uno della giunta toscana.
Un assist a cui Bonaccini non ha del tutto chiuso la porta. "Io ho sempre fatto quello che insieme ad altri si è ritenuto fosse utile. Con il Pd e il centrosinistra si valuterà se Stefano Bonaccini è ancora utile in qualche ruolo e in qualche luogo" ha detto il diretto interessato. "Cinque anni fa tutti pensavano che io andassi in Europa perché qui c’erano previsioni di sconfitta, invece sono rimasto per dare una mano in questo senso e per fortuna siamo riusciti tutti insieme a vincere – ha ricordato il presidente regionale –. Adesso dobbiamo impegnarci per il tema dell’alluvione perché abbiamo il dovere come avvenne per il terremoto, di fare in modo che imprese e cittadini siamo rimborsati al 100% e che si riparta come si fece allora. Governo, Regione, province e comuni, siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo collaborare".
La voce di Giani è solo l’ultima che si leva a sostegno del terzo mandato per i presidenti di Regione: prima di lui si erano espressi favorevolmente il senatore Pier Ferdinando Casini ("Bonaccini lo riconfermerei per un terzo mandato. Se un sindaco o un governatore sta facendo bene, non vedo perché una regola non debba far proseguire un mandato sano") e alcuni sindaci del territorio, dal dem Marco Panieri di Imola al leghista Alan Fabbri di Ferrara, nonché una folta schiera di dirigenti e militanti del Pd. Una mobilitazione che finora è andata a sbattere contro il muro eretto dalla segretaria dem Elly Schlein. Il quale, alla fine, non dispiace nemmeno a Fratelli d’Italia: uno stop al terzo mandato dei presidenti di Regione bloccherebbe anche le chances di un’altra corsa del governatore leghista del Veneto, Luca Zaia.