Roma, 12 dicembre 2024 – Una fumata grigia. Alla vigilia della prima Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, che apre oggi l’era di Michele de Pascale, il neo governatore ha incontrato Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Al centro del summit più operativo che altro, già annunciato le scorse settimane, i nodi portanti della sanità e dell’alluvione. E un rinnovato augurio di buon lavoro (e di buone feste) da parte del premier. L’esito, però, equivale a quello di una fumata grigia più tendente al nero, piuttosto che a un conclave dai toni schiariti: entrambi sembrano rimanere sulle proprie idee già espresse nelle ultime settimane e un nuovo faccia a faccia sui temi caldi ci sarà a breve.
“Un incontro operativo importante, per parlare di diverse tematiche e per avviare un metodo di confronto fra la nuova amministrazione regionale e la Presidenza del Consiglio – commenta l’ormai ex sindaco di Ravenna –. Tra i principali argomenti in agenda abbiamo affrontato quello della sanità e delle infrastrutture, e in particolare quello della ricostruzione post-alluvioni”.
Tra de Pascale e Meloni il dialogo c’è, insomma, ma le posizioni restano distanti: “Ho rappresentato alla presidente del Consiglio le criticità che ritengo ancora aperte e i problemi che stiamo affrontando – prosegue de Pascale –. La premier ha ascoltato con attenzione i temi da me rilevati e ci siamo confrontati nel merito di diversi aspetti dell’azione di ricostruzione. L’incontro non è stato conclusivo e ci riaggiorneremo nei prossimi giorni per ulteriori valutazioni”.
Il nodo cruciale sembra restare chiaramente quella della ricostruzione, su cui il governatore emiliano-romagnolo ha invocato fin da subito “un patto repubblicano”. E la volontà, in particolare, di tenere nelle proprie mani la nomina di Commissario in arrivo dal generale Paolo Figliuolo (il cui mandato scadrà con la fine del 2024). Anche su questo sembrano confermate le intenzioni del governo di puntare su una figura pescata all’interno dell’Esercito, piuttosto che trasferire il ruolo in ambito più locale, come auspicato dalla Regione e, chiaramente, da de Pascale. Lo stesso presidente dell’Emilia-Romagna aveva evidenziato la necessità di ‘snellire’ la catena di comanda per il post-alluvione, sottolineando come la nomina di un commissario da Roma aumenta la lunghezza di un percorso frenato soprattutto da rimandi burocratici. “Se il governo mantiene i poteri allora deve anche occuparsi dei lavori”, aveva tagliato corto de Pascale alla vigilia del summit di Palazzo Chigi, che non sembra aver diradato le nuvole.
Nonostante questo i toni restano distesi tra il presidente regionale e la premier, che potrebbe essere ancora l’unica a ribaltare la volontà della maggioranza. “Un incontro non conclusivo”, appunto. Una fumata grigia, ma con ancora la possibilità di stabilire comunque le basi per il “patto repubblicano” più volte chiesto da de Pascale.