Elezioni, Zampa: "Stipendi più alti a medici e infermieri. E tagli alle liste d'attesa"

Il dibattito sulla sanità. L’ex sottosegretaria Pd corre al Senato: "Sul Covid centrodestra ambiguo. Sulla salute l’Emilia Romagna può essere un modello a cui ispirarsi"

Sandra Zampa, esponente del Pd, è stata vicepresidente del partito

Sandra Zampa, esponente del Pd, è stata vicepresidente del partito

Bologna, 20 agosto 2022 - Fosse il titolo di un film, questa campagna elettorale, per Sandra Zampa, sarebbe ‘Ritorno al futuro’. L’esponente Pd, già vicepresidente del partito e già sottosegretaria alla Salute nel governo giallorosso (fino a febbraio 2021) riparte infatti dal luogo del delitto, quel collegio del Senato – Bologna e Ferrara, più, quest’anno, la Romagna – nel quale a sorpresa, nel 2018, fu sconfitta. Ed è proprio sulla sanità che intende incentrare la sua campagna elettorale da capolista del listino plurinominale del centrosinistra. "L’esperienza al ministero durante la pandemia – rivendica – è stata straordinaria. Dire ’la salute viene prima di tutto’ è giusto, ma non si può dirlo a vuoto: servono i fatti".

Come, visto che in molti sottolineano che la pandemia non abbia cambiato nulla?

"Il Pd nel suo programma ha preso un impegno concreto: aumentare in modo progressivo negli anni l’investimento in Sanità per portarci al livello dei Paesi europei più avanzati".

Tradotto in cifre?

"Investire fino al 7% del Pil nel fondo nazionale per la sanità. E con questi soldi procedere all’abolizione dei tetti di spesa sul personale e sulle assunzioni, abbattere le liste d’attesa, dare stipendi più alti a medici, infermieri e personale socio-sanitario, creare in tutto il Paese case della salute che siano un vero luogo di integrazione socio-sanitaria. Tenendo a mente un principio: priorità alla Sanità pubblica. E l’Emilia-Romagna, in questo può essere un modello virtuoso a cui ispirarsi".

A proposito di sanità e pandemia: molti, soprattutto i partiti del centrodestra, hanno criticato il Pd per la candidatura del virologo Crisanti.

"Sono solo polemiche strumentali che servono per coprire l’ambiguità del centrodestra sui vaccini, sulle misure per il contrasto al Covid e sui loro rapporti con i No vax. Crisanti, durante la pandemia, ha avuto posizioni anche divergenti rispetto a quelle delle istituzioni, da scienziato libero e imparziale quale è. La sua terzietà e la sua indipendenza non sono in discussione".

Le misure anti-Covid hanno diviso profondamente gli italiani: questa frattura si rifletterà anche nel voto?

"Se crediamo che la salute venga prima di tutto allora possiamo dire che le restrizioni sono servite. Credo che la maggior parte degli italiani lo abbia riconosciuto e stia dalla parte di quella politica che ha preso queste decisioni. Non semplici, non comode ma coraggiose".

A Bologna la Festa dell’Unità non avrà simboli e bandiere di partito causa par condicio. Sorpresa?

"L’indicazione di un prefetto va sempre rispettata, ma non credo che avremo problemi nel fare sentire la nostra voce. Piuttosto, chi come Fratelli d’Italia dice di amare la democrazia e poi chiede di limitare il confronto dovrebbe ripensarci e tornare sui propri passi".

Come si affronta una campagna elettorale come questa?

"Nel territorio, a contatto con le persone. E, per quanto riguarda il centrosinistra ricordandosi sempre il valore dell’unità. Dobbiamo lavorare uniti, i nostri elettori se lo aspettano. Ci sono differenze nella storia e nelle esperienze di ciascuno di noi, ma ‘unità’ è una parola in cui crediamo ed è ora di praticarla davvero".