Bologna, 17 agosto 2023 – Alluvione, un tormentone, che non finisce più. Ecco le dieci principali puntate di una battaglia verbale, molto politica, che rischia di giocarsi sulla pelle dei cittadini alluvionati.

1 La Romagna comincia ad affogare il 16 maggio. Meloni è in Giappone, anticipa il rientro, si abbraccia con Bonaccini. ‘Lavoreremo a braccetto, ricostruiremo tutto, risarciremo tutti' dicono. Insieme alla von der Leyen salgono su un elicottero e vedono dall’alto l’apocalisse romagnola
2 Cosa fare? Bisogna muoversi. Il Governo si muove, stanzia 4 miliardi a tempo di record, Bonaccini ringrazia. Ma i grazie finiscono qui 3 C’è da scegliere il commissario per la ricostruzione. Bonaccini pensa di essere l’uomo giusto, la Meloni quasi quasi ci sta, poi arrivano dagli alleati i primi distinguo.
4 'Se la Romagna è sott’acqua - dicono molti rappresentanti del centrodestra - è colpa anche della Regione. La manutenzione dei fiumi spettava a Bonaccini, mica alla Meloni'.La replica del centrosinistra: ‘Guardate come siamo stati bravi a risorgere dopo il terremoto in Emilia'. Il messaggio: poche chiacchiere, voi date i soldi, alla ricostruzione ci pensiamo noi.
5 Il presunto idillio comunque è ormai rotto, il Governo non vuole più Bonaccini commissario. Il 27 giugno viene nominato il generale Figliuolo.
6 'Va bene Figliuolo, ma fate in fretta' dicono Bonaccini (che in realtà ci è rimasto male) e i sindaci alluvionati di centrosinistra.
7 'Lo stesso Pd non voleva Bonaccini commissario - sentenzia Galeazzo Bignami, viceministro e pezzo da novante di Fdi in Emilia Romagna - Ciò vorrebbe dire andare verso il terzo mandato e la Schlein non vuole Bonaccini governatore a vita'.
8 A proposito di Schlein. Lo stesso Bignami stuzzica: 'Lei in Regione aveva le deleghe per il clima. Complimenti'.
9 A metà luglio Bonaccini va a Roma e vede la Meloni: è il loro ultimo incontro, poi cominciano a scriversi. Lui l’8 agosto le chiede un summit urgente. 'Non abbiamo visto ancora un euro'. Lo affiancano i ‘suoi’ sindaci. Lepore (primo cittadino di Bologna) è durissimo: "Da Roma venite a prendere la vanga e lavorate”.
10 Passano tre giorni e Bonaccini riceve la risposta della Meloni. Tosta. La premier sottolinea le pecche della Regione, gli ricorda che lui è subcommissario e fa capire: si comporta così solo perché voleva fare il commissario. È guerra fredda. Bonaccini esce anche dal campo alluvione e attacca La Russa ("non è degno del ruolo”) e attacca la «fallimentare» politica sui migranti.
Ps Nello sfondo le elezioni regionali 2025 e le grandi manovre politiche, da una parte e dall’altra. A naso queste cose qui ai cittadini alluvionati fregano poco o nulla.