Bologna, 8 dicembre 2024 – Qualcuno li ha già soprannominati i ’tre giorni del Condor’. Fuor di metafora cinematografica, sono queste le ore decisive per Michele de Pascale per chiudere i giochi della giunta. Domani, ma più probabilmente martedì la data da segnare in rosso, con presentazione ufficiale mercoledì e prima seduta dell’assemblea legislativa venerdì.
Il toto-nomi si sta intensificando tra pizzini, fanta-deleghe e fanta-giunta.
Una certezza, comunque, c’è: Vincenzo Colla. Blindato al Lavoro e allo Sviluppo economico da tempo, c’è chi giura che il suo ruolo verrà rafforzato rispetto all’epoca Bonaccini. Morale: potrebbe avere in più l’Università o addirittura qualcuno dice che se la casella della Sanità si complicasse, potrebbe essere lui a sciogliere la matassa accollandosi anche la delega a cui de Pascale tiene di più. Fanta-politica? Forse.
Chiara Gibertoni resta il nome in pole per la Sanità, ma diverse fonti sussurrano che potrebbe essere meno chiusa di quello che sembra. Due i nodi: le sue resistenze (se occupa un ruolo politico, per la legge Monti, deve rinunciare a ruoli dirigenziali per tre anni) e la sua successione (in pole c’è Anna Maria Petrini, oggi direttrice generale dell’Ausl di Modena, che non suscita grandi entusiasmi, un po’ come anni fa in un’altra occasione).
In ballo c’è tutto il capitolo del super polo Ausl di Bologna e policlinico Sant’Orsola. Capitolo che crea preoccupazioni senza Gibertoni al timone. La soluzione (o il compromesso)? La dg potrebbe entrare nell’assessorato come direttore generale, lasciando il posto a un nome politico (Colla? Baruffi? Un briscolone ancora coperto?) o allo stesso de Pascale che si terrebbe la delega.
D’altra parte le parole dell’ex premier Romano Prodi dell’altro giorno (“Il migliore assessore alla Sanità? Giovanni Bissoni che non era un medico, ma un architetto”) hanno riacceso il dibattito.
L’altro nodo è quello dell’ingorgo bolognese. Certa è la presenza in giunta di Isabella Conti, vicinissima al ruolo di vicepresidente e assessora al Welfare, mentre la presidente facente funzioni Irene Priolo (salvo sorprese last minute) dovrebbe traslocare alla presidenza del Consiglio regionale.
I dolori iniziano quando si citano Luigi Tosiani, segretario regionale Pd, e Stefano Caliandro, consigliere dem uscente, spinto dall’ala Schlein e dal sindaco di Bologna Matteo Lepore.
La suggestione che si fa strada è che, alla fine, il derby si risolva con entrambi in giunta. Il primo ai Trasporti, il secondo al Bilancio o chissà. Come risolvere il problema del “bolognacentrismo”? Far rientrare Tosiani non in quota Due Torri, né in quota Bonaccini: essendo segretario regionale dem, forte di tanti successi, è un nome ’di tutti’. Basterà a sanare gli appetiti di corrente e territoriali?
La Romagna sarebbe rappresentata dalla quota millennial con Gessica Allegni, forse alla Scuola, e Alice Parma papabile al Turismo, alla Cultura o entrambe, più la fedelissima di de Pascale, la faentina Manuela Rontini, capa di Gabinetto o in un ruolo di peso.
Reggio Emilia porta a casa Alessio Mammi (Agricoltura), Modena Baruffi come sottosegretario alla presidenza.
Parma, forse, Barbara Lori (o Andrea Massari).
L’ex assessore ferrarese Paolo Calvano potrebbe fare il capogruppo Pd. Molto papabile, per il M5s, Silvia Piccinini (Pari Opportunità?), mentre Giovanni Paglia va per Avs verso la Transizione ecologica.