Bologna, 31 marzo 2023 – Il passo avanti di Elisabetta Gualmini spiazza il Pd. L’eurodeputata, durante la presentazione del suo libro ’Mamma Europa’, mercoledì sera, ha infatti lanciato la ‘bomba’ sulla sua candidatura in Regione, mettendo anche dei paletti: "A patto che non sia sostenuta da una piattaforma radicale, ma che includa anche i moderati". Una mossa che, da quello che filtra, non è stata né programmata né concordata con il governatore Stefano Bonaccini (che, tra l’altro, Gualmini ha appoggiato alle primarie), che fino a ieri era negli Stati Uniti. "Non ne sapevamo nulla", sottolineano nell’inner circle del presidente emiliano-romagnolo. Con una postilla (da ambienti dem): "Pensiamo a governare la regione, è presto per altri ragionamenti". Di certo, però, la mossa dell’ex numero due di Viale Aldo Moro costringe la segretaria Elly Schlein ad aprire il dossier Regionali con molto anticipo, mentre ancora non si è costruita la segreteria. Un puzzle decisivo anche alla luce dell’agitazione della minoranza Pd (in primis, della corrente di Base riformista) con le prime fughe verso altri lidi. Da qui, l’Emilia-Romagna, dopo il derby delle primarie, rischia di diventare uno dei banchi di prova della tenuta del partito e delle sue anime. Quella più a sinistra, che fa capo alla segretaria, e quella riformista che, dopo la sconfitta di Bonaccini (che però ha vinto in Emilia-Romagna), cerca di mantenere la barra dritta.
Morale: che cosa succederà? Intanto c’è da capire se Bonaccini correrà come capolista alle Europee. Ipotesi molto probabile, anche alla luce del cambio di Statuto regionale che permette al vicepresidente (in questo caso, Irene Priolo) di prendere il posto del presidente nell’interregno fino a nuove elezioni. A meno che Bonaccini decida di dimettersi molto prima, dando il là a elezioni anticipate. Ma lo scenario, si dice tra i ’bonacciniani’, pare politicamente impossibile. Al netto dei tecnicismi, del silenzio dell’area Schlein in merito alla manovra di Gualmini, salvo qualche accenno "all’agitazione della minoranza", l’eurodeputata si è già prenotata un posto in prima fila per le primarie che verranno.
Difficile, quindi, evitarle, a meno che Schlein e Bonaccini decidano, insieme, un nome condiviso che, al momento, non pare essere quello dell’eurodeputata. Un dopo Bonaccini ’unitario’, senza gazebo, del resto, eviterebbe rese dei conti tra maggioranza e minoranza del Pd. Da qui, c’è chi dice che potrebbero entrare in scena l’assessore regionale al Lavoro, Vincenzo Colla, che ha ottimi rapporti con il governatore, ma anche con la Cgil e Schlein, oppure Michele de Pascale, sindaco di Ravenna, che ha appoggiato Bonaccini alle primarie, ma ha un profilo di sinistra (è molto vicino a Vasco Errani).
Restano, poi, in campo altri nomi della giunta, come l’assessore regionale Andrea Corsini (che, però, in caso di candidatura di de Pascale potrebbe anche correre per fare il sindaco della ’sua’ Ravenna) e la vicepresidente Priolo, mentre tiene l’ipotesi della sindaca di San Lazzaro Isabella Conti. Nel toto-nomi non manca Matteo Lepore. Il sindaco di Bologna – unico delle grandi città ad aver appoggiato Schlein e che potrebbe anche entrare nella sua segreteria – per ora ha declinato. Ma fino al 2025 le vie della politica sono infinite. Con un post scriptum di qualcuno: "Ma il passo avanti di Gualmini sulle Regionali significa un passo di lato da una ricandidatura alle Europee?"