Psoriasi, arriva l'app per curarsi

Un passo avanti per la medicina digitale. La piattaforma consente ai pazienti di confrontarsi direttamente col medico e ricorda anche quando assumere i farmaci o mettere le creme

Bologna, 25 ottobre - Non è un caso che sia stata presentata questa settimana la nuova piattaforma di medicina digitale del Digital care program per la gestione della psoriasi. Il prossimo 29 ottobre, infatti, sarà la Giornata mondiale di questa malattia infiammatoria cronica, di cui ne soffrono circa 2 milioni di italiani. L'app, che vuole essere un concreto aiuto per tutti i pazienti affetti, è stata presentata oggi in un evento online organizzato dall'Associazione psoriasici italiani amici della Fondazione Corazza, ed è stata creata da quest'ultima in collaborazione con Healthware e Paginemediche. Insieme alla presidente di Apiafco, Valeria Corazza, ha partecipato alla riunione anche il direttore del Centro Nazionale per la Telemedicina e le nuove Tecnologie assistenziali dell'Istituto superiore di Sanità, Francesco Gabbrielli

Valeria Corazza di Apiafco
Valeria Corazza di Apiafco

L'obiettivo del progetto è quello di rendere la piattaforma un supporto per il Servizio sanitario nazionale. Sono tre i centri medici o reparti ospedalieri coinvolti nella prima fase, distribuiti nelle tre regioni di Campania, Emilia-Romagna e Lazio. Per ogni centro, sono state stanziate borse di studio di 18 mesi per tutta l'attività per la gestione dei pazienti. "Funziona in maniera semplice e alla portata di tutti", spiega la presidente di Apiafco. "Ci si collega, si scarica l'applicazione e si ha accesso a tutti i servizi, come la possibilità di parlare direttamente col medico, iniziare il diario di cura, e sapere quando deve prendere i farmaci o darsi le creme". Un passo avanti nella cura e nella sensibilizzazione di questa malattia invalidante e che, spesso e volentieri, rende le persone affette vulnerabili e soggette ad ansia e depressione. Con il Digital care program il paziente, dunque, "si sentirà seguito e meno solo e potrà contattare i medici quando avrà bisogno". 

L'applicazione di telemedicina si basa su un programma multidisciplinare, che unisce il medico generale e gli specialisti con 21 sistemi sanitari regionali. Pertanto, sarà possibile gestire il tutto nel breve periodo: si può far fronte all'assenza di protocolli standardizzati di gestione del paziente, ad esempio; facilitare i follow up per le visite di controllo; verificare terapie e aderenze al trattamento, monitorare lo stato di salute e il comportamento del paziente durante la cura e, in generale, migliorare la sua qualità di vita.

Già nel 2008 "l'Unione europea - sottolinea Corazza - aveva dato le istruzioni per realizzarla e che in Italia le prime linee guida sono uscite nel 2012". Quindi "siamo assolutamente indietro e abbiamo terreno da recuperare". Questo, conclude la presidente dell'associazione, "è un grandissimo passo avanti verso la nostra mission. Da tempo avevamo il pallino di creare un percorso diagnostico terapeutico assistenziale che fosse digitale, non ospedaliero e non regionale ma che avesse almeno degli spunti nazionali". Adesso che ci sono i fondi europei, non si può più procastrinare la digitalizzazione in campo medico.  Nel Pnrr "ci sono 12 miliardi per la trasformazione digitale nella sanità" - conclude Corazza - Per questo "abbiamo deciso fortemente di collaborare con degli esperti per creare un programma adatto, che non faccia più sentire isolato il paziente, e che potrà essere adottato in tutti gli ospedali italiani".