Bologna, 22 ottobre 2022 - Oggi in Emilia-Romagna scatterà il via libera all’accensione dei riscaldamenti, ma le città di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Ferrara, Cesena, Rimini e Ravenna terranno i termosifoni spenti, posticipandone l’ok all’accensione al 2 novembre. I sindaci di Cesena e Ferrara, Enzo Lattuca e Alan Fabbri, firmeranno invece le ordinanze nelle prossime ore, ma hanno confermato lo slittamento della data di accensione. Piacenza rimanderà al 29 ottobre, mentre Forlì – che rientra in una zona climatica diversa, la D – non potrà mettere in funzione i caloriferi prima dell’8 novembre. A convincere i sindaci a firmare le ordinanze non sono state solo le temperature miti, ma anche la necessità, ora più che mai incalzante, di risparmiare sul gas a causa della crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina.
FOCUS / Dieci regole per risparmiare
Molti Comuni hanno poi seguito in ordine sparso la decisione del capoluogo della rispettiva provincia con un’adesione molto alta nella città metropolitana di Bologna e in tutto il Modenese. Il decreto "Taglia consumi", firmato il 7 ottobre dall’allora ministro alla transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha aggiornato le sei zone climatiche in cui è diviso il territorio nazionale in base alla media delle temperature giornaliere.
Le fasce climatiche in Emilia Romagna
L’Emilia-Romagna rientra quasi per intero nella fascia climatica E e secondo il decreto, i termosifoni possono restare accesi fino a un massimo di 13 ore al giorno, da oggi al 7 aprile. Sono esclusi, in provincia di Forlì-Cesena, i Comuni di Forlì e Forlimpopoli, che rientrano nella fascia D, più calda, e potranno azionare il riscaldamento dall’8 novembre al 7 aprile, per 11 ore.
Fanno eccezione anche una quarantina di Comuni montani, situati soprattutto nel Modenese e Reggiano, e in minor numero nel Bolognese e Parmense, che sono compresi nella zona F (più fredda), dove non ci sono limitazioni al riscaldamento. Ed è proprio il piano Cingolani ad attribuire ai sindaci la facoltà di ampliare o ridurre i periodi di attivazione degli impianti termici.
Chi è escluso dal decreto Taglia consumi
Sono esclusi però dal provvedimento ospedali, case di cura e altri servizi sociali, scuole materne e asili nido, così come edifici industriali e artigianali. E ancora: piscine, saune e sedi diplomatiche e di organizzazioni internazionali.
Per i Comuni emiliano-romagnoli che hanno deciso di accendere i termosifoni oggi, scatteranno alcune limitazioni. Il periodo di funzionamento degli impianti si riduce di un’ora al giorno e di 15 giornate. È stata infatti posticipata di otto giorni l’accensione e anticipato di una settimana lo spegnimento. Inoltre, i valori della temperatura scendono di un grado: in casa si potrà arrivare al massimo a 19 gradi, 17 per attività industriali e artigianali.
Leggi anche:Pesaro, con le mini-pale eoliche in giardino il barista geniale azzera la bollette - Pannelli solari da balcone: cosa sono e come funzionano