
L’Emilia-Romagna privatizza le aree di raccolta del tartufo, anticipando così il disegno di legge in discussione in Parlamento. A muovere...
L’Emilia-Romagna privatizza le aree di raccolta del tartufo, anticipando così il disegno di legge in discussione in Parlamento. A muovere l’accusa è il Coordinamento regionale delle associazioni dei tartufai, protagonista di una vera e propria levata di scudi. "La libera cerca è in pericolo", avvertono i tartufai, ricordando che in Emilia-Romagna ci sono 10.000 cavatori autorizzati, una delle prime regioni a livello nazionale per quantità e qualità di tartufi spontanei prodotti.
Al Senato è al momento in discussione il ddl Bergesio, che punta a regolare l’intera filiera del tartufo, allineandosi alla normativa europea. Uno dei punti più discussi riguarda appunto "la possibilità di ottenere grandi riserve private, mettendo di fatto a rischio la libera cerca", spiegano i tartufai emiliano-romagnoli, doppiamente preoccupati a causa dello scatto in avanti della Regione.
A stretto giro la risposta dell’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi (foto), che tenta di tranquillizzare le associazioni dei cavatori. "Nulla è stato ancora approvato, nel corso del 2024 fu elaborata una prima bozza di direttiva regionale sulla quale il confronto è ancora in corso"