Rt Emilia Romagna oggi e zona arancione: cosa può succedere

Cos'è e come si calcola l'indice di contagio. Bonaccini: "Giusto rivederlo". Ecco perché il Governo sta pensando di aggiornare i parametri per le decisioni sui colori delle regioni

Covid, la curva dei contagi nelle province dell'Emilia Romagna (Fonte Gimbe)

Covid, la curva dei contagi nelle province dell'Emilia Romagna (Fonte Gimbe)

Bologna, 11 maggio 2021 – L'Rt potrebbe spingere l'Emilia Romagna in zona arancione? Se lo chiedono in molti, in primis i titolari dei locali e delle strutture ricettive che da pochi giorni hanno potuto beneficiare delle riaperture. Ad oggi l'indice di contagio della regione si attesta a 0.92, ma si tratta di un dato che risale all'ultimo monitoraggio dell'Istituto superiore di Sanità, cioè a venerdì scorso.

L'aggiornamento Il nuovo Rt e i numeriCoronavirus, il bollettino dell'Emilia Romagna di oggi 

Un numero che segnala una tendenza in crescita ed è 'pericolosamente' vicino a 1, la soglia che fa scattare il passaggio dal giallo all'arancione. Una prospettiva concreta, quindi, ma non si tratta di un automatismo, perché ci sono altri aspetti che vengono considerati in sede di Cabina di Regìa: innanzitutto, l'incidenza dei contagi, e per questo parametro l'Emilia Romagna è al sicuro visto che nell'ultimo monitoraggio registra 126 casi ogni 100mila abitanti, ben al di sotto dei 250 che fanno scattare l'allarme; e la pressione sulle strutture sanitarie, in calo nella regione.

Rt, incidenza e ricoveri: i dati dell'Emilia Romagna

"Anche con Rt sopra l'1 ma con un rischio basso, con pochi ricoverati nei reparti Covid o in terapia intensiva e un numero inferiore ai 250 casi ogni 100.000 abitanti – dichiara Bonaccini, si può rimanere gialli lo stesso, non è automatico il superamento dell'1 per andare in arancione".

Il presidente dell'Emilia Romagna lo sottolinea a Uno Mattina, confermando la richiesta di rivedere l'attuale criterio fondato sull'Rt (in risalita un po' in tutta Italia) per la classificazione del rischio nelle regioni. "Erano misure entrate in vigore quando non si era partiti ancora con le vaccinazioni", evidenzia Bonaccini, ma oggi "abbiamo milioni di persone che cominciano ed essere protette. La cosa curiosa potrebbe essere che si svuotano i reparti ospedalieri gravi, cala il numero di contagiati ogni 250.000 abitanti ma risale l'Rt. Sarebbe un bel paradosso".

Nel corso dell'intervista, Bonaccini ha citato i dati attuali dell'Emilia Romagna: meno di 200 pazienti in terapia intensiva, poco più di 1.000 nei reparti Covid mentre attualmente i contagi sono poco più di 100 ogni 100.000 abitanti.

La zona gialla, dunque, potrebbe essere salvata anche se l'Rt raggiungesse o superasse il valore di 1. Quello del Molise, peraltro, è a 1.25 e convive con il giallo.

Tuttavia, ci sono un'attività economica e una stagione estiva da programmare. Gli operatori temono l'incertezza. Per questo le associazioni di categoria, Confcommercio Emilia Romagna in primis, chiedono di “adeguare alla mutata situazione i criteri per definire i passaggi nelle varie fasce di colori”. “I criteri – insiste il presidente della Regione, Stefano Bonaccini – vanno adeguati. Lo stesso Istituto superiore di sanità si sta ponendo il problema. Non si tratta di abbassare la guardia, ma di adattare gli strumenti alle mutate condizioni: con governo, Regioni e Cts troveremo la soluzione migliore”.

Covid, la curva dei contagi nelle province dell'Emilia Romagna (Fonte Gimbe)
Covid, la curva dei contagi nelle province dell'Emilia Romagna (Fonte Gimbe)

Brusaferro: "Servono strumenti sensibili"

D'altra parte, cresce il numero dei vaccinati, i dati dell'epidemia sono in calo. E con il cambiamento dello scenario, il modello di valutazione del rischio si avvia ad essere modificato, come ha annunciato il presidente dell'Istituto superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro, il 7 maggio: “Dobbiamo prevedere degli strumenti sensibili che ci diano precocemente l'allerta laddove si dovessero verificare dei focolai o situazioni di incremento della circolazione del virus in modo da poterlo contenere rapidamente. Questo ci consente di intervenire in maniera più chirurgica e di far fronte all'eventuale circolazione di nuove varianti”.

Il gruppo di lavoro per l'individuazione di nuovi parametri, promosso dal Ministero della Salute, di cui fanno parte anche le Regioni, l'Iss e il Comitato scientifico, sta finalizzando proprio in questi giorni le sue valutazioni. Dal canto suo il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha affermato che sarebbe “ragionevole e decisivo valutare l'utilizzo di nuovi parametri rispetto all' Rt per determinare fasce di colore e nuove aperture”.

Intanto, i dati dell'ultimo monitoraggio parlano chiaro: ad un leggero aumento dell'indice di trasmissibilità Rt nazionale, che si colloca a 0,89 ma sempre sotto la soglia di allerta dell'unità, non è corrisposta una ripartenza dell'epidemia e la curva dei casi è per la prima volta in decrescita su tutto il territorio nazionale.

Come si calcola l'indice Rt

Finora il criterio adottato dall'Iss per calcolare Rt (il valore indica il numero di persone che possono essere contagiate da un individuo infetto) si è basato sul conteggio dei casi positivi sintomatici confrontandoli con quelli della settimana precedente. Per garantire una maggiore accuratezza, il confronto è stato fatto fra i dati della penultima settimana con quelli della terzultima settimana. Di qui il problema del ritardo.

In realtà esistono più modi per calcolare l'indice di contagio Rt (dal numero dei casi positivi sintomatici, al rapporto fra casi e tamponi, fino agli ingressi nelle terapie intensive) e ora la sfida è scegliere il più efficace nel seguire il corso dell'epidemia nei prossimi mesi. Per risolvere il problema sono stati messi a punto modelli alternativi.

C'è per esempio chi misura il rapporto fra i casi positivi e i tamponi, dal quale si deduce l'indice di positività, e poi si confronta questo valore con quello della settimana precedente. Un'altra tecnica calcola il rapporto fra gli ingressi in terapia intensiva di una settimana con quelli della settimana precedente. Un metodo che non risente delle oscillazioni dovute ai tamponi, ed è utilizzato dal fisico Roberto Battiston, dell'Università di Trento.

L'incontro tra Governo e Regioni

E' in programma domani, mercoledì 12 maggio, un incontro tra Governo e Regioni per un'analisi dei parametri che determinano l'Rt e il cambio di colore delle regioni. Un incontro, cui dovrebbero partecipare il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il ministro degli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, preceduto da una riunione dei tecnici per vagliare alcune delle proposte. Secondo quanti si apprende, la volontà dei presidenti è di considerare non l'indice di diffusione del contagio per l'attribuzione dei colori, come avvenuto finora, ma l'Rt ospedaliero.

L’indice dei contagi, il principale termometro finora usato per misurare l’andamento dell’epidemia, non andrà in pensione ma verrà affiancato da altri strumenti calibrati meglio con il calo dei casi di coronavirus e l’aumento progressivo del numero di vaccinati. Forse il tema farà capolino oggi nella riunione con i capi delegazione al Governo convocata da Draghi per discutere del decreto sostegni bis, di sicuro all’ora di pranzo gli assessori alla sanità di tutte le Regioni faranno il punto sui parametri. Domani, poi, i governatori vedranno i ministri Speranza e Gelmini per cercare un accordo, e la decisione ufficiale dovrebbe arrivare venerdì con la Cabina di Regìa tecnica.

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