Sanità in Emilia Romagna, la Regione: "Servono altri 4 miliardi"

L'appello dell'assessore regionale Raffaele Donini: "Serve un finanziamento aggiuntivo già per quest'anno"

Sanità, l'appello della Regione Emilia Romagna sui finanziamenti statali

Sanità, l'appello della Regione Emilia Romagna sui finanziamenti statali

Bologna, 18 maggio 2022 - I conti non tornano, nemmeno grossomodo. Nelle casse dell'assessorato alla Sabità della Regione Emilia Romagna mancano la bellezza di 4 miliardi di euro in trasferimenti statali. E' il grido di aiuto lanciato dall'assessore Raffaele Donini: le risorse previste dalla legge di bilancio per il 2022 per finanziare il Servizio sanitario nazionale non sono "adeguate" a garantire "sostenibilità della programmazione sanitaria", per il proseguimento delle misure di gestione della pandemia da covid e per i maggiori costi emergenti: serve "un finanziamento aggiuntivo", pari - appunto - ad almeno "4 miliardi" per quest'anno.

Donini, che è anche coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, l'ha messo nero su bianco in una lettera indirizzata al presidente Massimiliano Fedriga e a Davide Caparini, coordinatore della Commissione Affari finanziari.

L'assessore regionale si fa portavoce "dell'unanime e condivisa preoccupazione degli assessori regionali alla Salute e agli Affari finanziari per le gravi problematiche che interessano il sistema sanitario", in riferimento soprattutto a due temi: le criticità di carattere finanziario e il tema del reclutamento del personale. Già nel 2021 - puntualizza, - ono emerse problematiche riconducibili "a un livello di finanziamenti emergenziali nettamente inferiore" rispetto al volume delle spese sostenute da Regioni e Province autonome per le misure di contrasto alla pandemia e in particolare per la campagna vaccinale (3,8 miliardi). Regioni e Province autonome hanno garantito un "equilibrio" -  aggiunge - usando risorse regionali e straordinarie che "non saranno ripetibili negli esercizi successivi", sottraendole ad altre attività a garanzia dei Livelli essenziali di assistenza (Lea).

Di qui per quest'anno la necessità di un "livello di finanziamento aggiuntivo". Con riferimento al 2022, chiarisce Donini, nonostante l'incremento di due miliardi previsti dalla Legge di bilancio, "interamente finalizzati per l'attuazione di specifiche misure", il livello di finanziamento del Servizio sanitario nazionale 2022 "non è adeguato per consentire la sostenibilità della programmazione sanitaria".

Il gruppo di lavoro composto dai rappresentanti delle Commissioni Salute e Affari finanziari, nonché dal direttore generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute, "ha quantificato in 4,6 miliardi lo scostamento tra gli attuali finanziamenti emergenziali e il previsto volume dei costi correlati alla gestione emergenziale per l'anno 2022".

Una stima al netto di "maggiori costi energetici, inflattivi e contrattuali". E senza considerare "gli oneri necessari per riportare l'attività sanitaria in una fase ordinaria".