GIOVANNI DI CAPRIO
Emilia Romagna

Sanità nel mirino dell’opposizione: "Non spende più soldi per il futuro"

Fascicolo sanitario elettronico 2.0, Ugolini: "Siamo al palo: sui 40milioni del Pnrr, ne abbiamo spesi il 3,5%" . Il centrodestra all’attacco della giunta de Pascale: "Eravamo all’avanguardia, ora siamo una regione in coda" .

Pietro Vignali (Forza Italia), Elena Ugolini (Rete Civica,. sfidante di Michele de Pascale alle elezioni regionali dello scorso autunno), e Marta Evangelisti di Fratelli d’Italia: attacco alla sanità regionale

Pietro Vignali (Forza Italia), Elena Ugolini (Rete Civica,. sfidante di Michele de Pascale alle elezioni regionali dello scorso autunno), e Marta Evangelisti di Fratelli d’Italia: attacco alla sanità regionale

L’Emilia-Romagna ha speso per la nuova architettura tecnologica del fascicolo sanitario elettronico (fse) il 3,58% dei quasi 40 milioni di euro di finanziamenti Pnrr ricevuti, posizionandosi tra le Regioni con i risultati peggiori e ne risultano messi in campo soltanto il 7,68%. I fondi devono essere spesi entro il giugno 2026 e servono anche per la formazione digitale di tutti gli operatori sanitari e dei cittadini, in particolare per quanto riguarda il fse 2.0 e l’Eds (Ecosistema dei dati sanitari). Numeri che secondo che secondo i presidenti dei gruppi assembleari di centrodestra della Regione - Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia), Elena Ugolini (Rete Civica), Pietro Vignali (Forza Italia) e Tommaso Fiazza (Lega) – testimoniano "l’inesistenza di una programmazione adeguata". Per questo presenteranno una risoluzione in cui chiederanno alla giunta regionale di riferire in aula per "chiarire quale sia lo stato di avanzamento del progetto, oltre ad attivare un monitoraggio pubblico sull’utilizzo dei fondi Pnrr relativi alla digitalizzazione della sanità".

Un problema sul quale si è dibattuto all’interno dell’Aula Magna della Regione, durante il seminario ‘Fse-Eds: a che punto siamo?’, promosso dai gruppi dell’opposizione di viale Aldo Moro. In Regione il progetto 2.0 avanza a rilento e resta un solo anno per investire queste somme. Una situazione che coinvolge il primo territorio in Italia ad aver introdotto il sistema di prenotazione unificata delle prestazioni sanitarie attraverso il Cup già nel 1990 e poi l’fse nel 2005. "L’Emilia-Romagna rischia così di perdere la leadership tecnologica in ambito sanitario", avvertono i relatori. Durante l’incontro, l’intelligenza artificiale è stata definita "il futuro del fse".

Per questo un ritardo su questo tema è ancora più "preoccupante e rischia di compromettere l’uso efficace delle risorse europee, oltre a rallentare l’innovazione digitale della sanità regionale", dice la meloniana.

Oggi abbiamo il Fse, una sorta di biblioteca con tanti libri separati. "Invece sarebbe un enorme passo in avanti avere un’evoluzione di esso, dove al fianco del dato fornito, si può far capire al cittadino quali sono le terapie che deve fare o gli stili di vita che deve seguire per migliorare", grazie all’intelligenza artificiale. L’Eds è un sistema federato in cui le regioni raccolgono dalle Asl e altre fonti i dati per la continuità di cura dei cittadini. Dunque "non è un bel segno che la Regione non sia entrata nella sperimentazione nazionale", continua Ugolini. Secondo Vignali la transizione verso questi progetti è "lo snodo cruciale per il futuro della sanità. In questo territorio però non possiamo dormire sonni tranquilli su come queste azioni vengono implementate dall’amministrazione regionale".

Inoltre, l’Emilia-Romagna è uno dei pochi territori che ha deciso di non destinare questi fondi anche al privato accreditato. Tentennamenti che Fiazza attribuisce "al blocco che ha avuto per un anno l’attività regionale a causa delle europee e delle regionali 2024. Così, la realizzazione del Fse 2.0 è stata affidata a Lepida, scelta confermata da de Pascale, ma gli atti di convenzione con il privato accreditato sono stati licenziati dalla giunta soltanto il 19 maggio".