Sanitari no vax Romagna: in nove sospesi dal lavoro

Il direttore generale dell’Ausl, Carradori, annuncia la stretta: "Atto finale dopo vari avvertimenti"

Tiziano Carradori, direttore generale dell'Ausl Romagna

Tiziano Carradori, direttore generale dell'Ausl Romagna

Rimini 20 luglio 2021 - A casa e senza stipendio. Dopo Bologna, partono anche in Romagna i provvedimenti contro i sanitari che non si sono ancora vaccinati. L’Ausl ha decretato la sospensione dal lavoro e senza stipendio per i primi 9 ‘irriducibili’. Sono soltanto i primi, appunto, perché nel corso dei prossimi giorni anche altri, se non si metteranno in regola, verranno toccati dalla stessa sorte.

Il virologo: "Green pass, bisogna rendere la vita difficile ai no vax" - Vaccino o dad. L'appello di Bonaccini: "Siero anti Covid per tutti in Emilia Romagna" I medici, gli infermieri e gli altri sanitari che non si ancora vaccinati sono in realtà molto di più dei 9 puniti dal provvedimento di sospensione. Le prime raccomandate di sollecito sono state inviate dall’Ausl a 3.500 persone. "Vero, ma poi tanti, a seguito di quel primo sollecito, hanno risposto giustificando la loro mancata vaccinazione anti-Covid – spiega Tiziano Carradori, il direttore generale dell’Ausl – Poi c’è stato un nuovo sollecito per chi non si è messo in regola, a seguito del quali altri hanno chiarito la posizione. Siamo arrivati così a una lista finale di 224 operatori: 152 infermieri, 10 medici e altri 62 operatori. Li stiamo contattando, molti ci hanno già risposto spiegando i motivi per cui finora non si sono immunizzati e dimostrandoci la loro buona fede". Quali sono le motivazioni più ricorrenti? "Abbiamo diverse donne incinta e alcuni che hanno preso il virus da poco, e quindi devono attendere prima di fare il vaccino. I provvedimenti di sospensione dal lavoro finora decisi riguardano solo 9 sanitari, e sono quelli per cui erano scaduti definitivamente i termini per potersi mettere in regola. Verranno sospesi dal lavoro senza stipendio fino a fine anno, come prevede la legge". Non è stato quindi possibile ricollocare i sanitari non vaccinati e assegnarli ad altre mansioni? "Una valutazione l’abbiamo fatta, in questo senso. Ma dalla nostra ricognizione è venuto fuori che non ci sono, di fatto, luoghi di lavoro che non prevedano né il pubblico né contatti a rischio. L’atto della sospensione dal lavoro è venuto di conseguenza".§ Tra i 9 sospesi ora dal lavoro senza stipendio ci sono anche medici? "Sì, ma sono pochissimi. In generale, lo voglio ribadire, la copertura vaccinale tra i sanitari in Romagna è molto alta. Per medici e infermieri siamo già al 90%, e non è che tutti quelli non ancora vaccinati non abbiamo voluto immunizzarsi. Premesso questo, c’è chi continua a fare resistenza e non ce lo possiamo permettere. L’obbligo del vaccino è previsto dalla legge, ma come ripeto spesso qui c’è in ballo anche una questione morale. La tutela dei pazienti viene prima di tutto. A riguardo basterebbe rileggersi il giuramento di Ippocrate". Si aspetta adesso il ricorso al Tar da parte dei no vax sospesi dal lavoro? "Sono già stati fatti ricorsi preventivi contro l’obbligo vaccinale per i sanitari, nei confronti della nostra Ausl e di altre aziende sanitarie in Emilia Romagna. Ricorsi presentati appena abbiamo inviato i primi solleciti ai non vaccinati. E’ probabile che ora, tra quelli sospesi, ci sarà chi deciderà di impugnare il provvedimento. Noi resisteremo, perché siamo convinti di essere nel giusto e stiamo solo applicando la legge. Poi ci penseranno i giudici a decidere".

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