Screening tumori in Emilia Romagna: le adesioni tornano ai livelli pre-Covid

Gli esami riguardano il tumore al colon, al seno e al collo dell'utero. Una diagnosi precoce riduce enormemente la mortalità

Screening sanitario

Screening sanitario

Bologna, 15 settembre 2022 - La prevenzione delle malattie oncologiche è fondamentale per vivere più a lungo. In Regione i dati delle adesioni agli screening messi gratuitamente a disposizione dal Servizio sanitario per la diagnosi precoce e la cura di alcune delle forme più diffuse di tumore, colon-retto, collo dell’utero e mammella, hanno fatto registrare, al 30 giugno 2022, numeri pre-Covid.

Le persone che hanno eseguito il test nei tempi raccomandati sono il 71% per lo screening mammario; il 64% per lo screening della cervice uterina; il 52% per lo screening del colon retto. Dati che da una parte dimostrano come i programmi di prevenzione e diagnosi della Regione funzionino, ma mettono in luce anche che alcuni raccolgono adesioni di poco sopra la metà. È il caso dello screening del colon-retto, nonostante questo carcinoma rappresenti la seconda causa di mortalità per patologie oncologiche in regione.

Prevenire è quindi fondamentale. La diagnosi precoce, secondo i numeri regionali, ha ridotto enormemente il numero delle forme avanzate di carcinoma mammario (-26%) e di morire a causa del cancro: -50% la mortalità per il tumore del colon retto.

Nel dettaglio, allo screening del colon-retto aderiscono poco meno di 300mila persone, su una popolazione interessata di oltre 1 milione 250mila tra uomini e donne. Successivamente, con test risultato positivo, circa 10mila si sottopongono alla colonscopia di controllo, e in 2.300 persone vengono identificate e rimosse lesioni pre-tumorali a rischio o tumori. Recenti studi hanno evidenziato un calo del 28% di nuovi tumori diagnosticati e una riduzione di mortalità che supera il 50% in coloro che hanno aderito allo screening.

Sono 160mila le donne che annualmente si sottopongono al test di prevenzione per i tumori del collo dell’utero. Nelle donne tra i 25 e i 29 anni si effettua ogni tre anni, è invece quinquennale tra i 30 e i 64 anni. Sono circa un migliaio le persone alle quali vengono diagnosticate lesioni pre o cancerose. In regione il programma riguarda oltre 1.250.000 donne residenti e domiciliate. Infine, sono 350mila le donne che si sottopongono a mammografia, con cadenza annuale per la fascia 45-49 anni, biennale tra i 50 e i 74 anni; circa 20mila eseguono gli approfondimenti che permettono di identificare un tumore al seno in oltre 1.800 donne.

Anche in questo caso l’importanza della diagnosi precoce nella prevenzione delle malattie oncologiche femminili è dimostrata dal calo d’incidenza dei tumori alla cervice uterina (-40%) e delle forme avanzate di carcinoma mammario (-26%), a 7-10 anni dall’avvio dei programmi di screening. Ancora, partecipare allo screening riduce del 56% la probabilità di morire per tumore al seno.