Segreteria Pd, la mozione Bonaccini parte da Bari: "Vogliamo toccare 100 città"

Oggi a Firenze il governatore dell'Emilia Romagna ha ricevuto l'appoggio ufficiale del sindaco Nardella e ha annunciato un tour nazionale: "Toccheremo non solo capoluoghi ma anche piccoli e medi Comuni"

Bologna, 3 dicembre 2022 - "Tra cinque anni vogliamo tornare a portare il Pd al governo del Paese. Abbiamo bisogno di un partito mai populista ma certamente più popolare di oggi. Una parte dirigente del Pd di oggi mi dà l'idea che faccia fatica a capire cosa succede alla gente, ecco perché si deve partire dai territori, dagli amministratori locali".

Da sinistra: il sindaco Nardella e il governatore Bonaccini
Da sinistra: il sindaco Nardella e il governatore Bonaccini

Sono le parole di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, nel corso di una conferenza stampa a Firenze, insieme al sindaco toscano Dario Nardella, che ha ufficializzato il suo passo indietro alla candidatura a segretario del Pd, per appoggiare il presidente dell'Emilia-Romagna. Il congresso del Pd, infatti, fissato per il prossimo febbraio, dovrà decidere la nuova guida del partito. Tra gli sfidanti di Bonaccini dovrebbe esserci anche Elly Schlein. La prefettura di Bologna ha deciso di disporre per la deputata una vigilanza speciale, in seguito all'attentato subito dalla sorella Susannadiplomatica all'ambasciata greca.

"Il sindaco Ricci è un amico, se vorrà ragionare io ci sono"

Sul sindaco di Pesaro Matteo Ricci, invece, Bonaccini ha detto che "farà quello che crede. È un amico, ci conosciamo da tantissimi anni. Veniamo da partiti che hanno cambiato ogni tanto il nome ma la provenienza è quella. Vedremo, se vorrà ragionare io ci sono. A me interessa se irrobustiamo il senso delle idee, non togliere nomi e cognomi. Tutto quello che può venire di utile è importante. Dopo di che ho la sensazione che raccoglieremo l'adesione e il sostegno di tantissimi amministratori locali". 

"Dobbiamo cambiare la classe dirigente"

Bonaccini ha poi sottolineato la forza dei sindaci Dem, che è tanta e che "nel momento delle amministrative, ha spiegato, "ci votano e vinciamo eccome. Oggi abbiamo il vantaggio di avere una classe dirigente che tutti i giorni è misurata dai problemi concreti dei cittadini. È la classe dirigente che si dà da fare sempre volontariamente per far vivere una storia, una cultura: io credo che dobbiamo cambiare la classe dirigente del Pd. Non ce l'ho con nessuno, credo che oggi serva una classe dirigente nuova".

E "se divento segretario la prima cosa è di fare qualche anno di opposizione con la cultura di governo, ovvero in modo non sguaiato, urlato e solo ideologico. Affiancheremo sempre un sì e spiegando perché siamo alternativi. Non accada mai più che i candidati alle politiche vengano scelti da Roma o da lontano, affideremo ai territori la scelta di gran parte dei candidati. E cambieremo la legge elettorale perchè allontana i cittadini dal voto. Dobbiamo far sentire il territorio protagonista". 

Pd, il rebus delle alleanze

Sul rebus delle future alleanze, poi, il governatore dell'Emilia Romagna ha le idee chiare: "Il Pd da solo non potrà fare, basta vedere come governiamo in regioni e città, persino con alleanze che non sono le stesse. Le alleanze non si fanno a tavolino per battere avversari, ma solo se c'è programma condiviso".

Parlando poi della sua candidatura alla segreteria del Pd, Bonaccini ha aggiunto: "Ogni tanto vedo che sarei il candidato di qualcuno. Io sono il candidato di me stesso che per fortuna diventerà, come sta diventando, la candidatura di tantissimi. Mi sono candidato dicendo che non avrei voluto essere il candidato di alcuna corrente perchè un partito com'è oggi il Pd va smontato e rimontato. Non dobbiamo farci chiamare più con il cognome di qualcun altro. Se non vincerò la sfida sarò il primo a dare una mano a chi vincerà - ha aggiunto -. Nelle scorse settimane ho detto a Nardella che se si fosse voluto candidare non avrebbe dovuto chiedere il permesso a nessuno".

Il tour per l'Italia

Bonaccini ha quindi annunciato l'inizio di un tour per l'Italia, che partirà il 10 dicembre prossimo a Bari: "Dobbiamo avere un'agenda che porterà la mozione Bonaccini in giro per l'Italia anche laddove non posso arrivare, proprio perché dovremo essere una grande squadra. Noi il 10 dicembre partiremo da Bari e vogliamo toccare 100 città, non solo capoluoghi ma anche Comuni piccoli o medi che rischiano di sentirsi abbandonati dalla politica e che vogliamo far sentire rappresentati".

Nardella: "Bonaccini sapra costruire una squadra vincente"

Stefano Bonaccini è "una persona in cui credo e che stimo. Saprà costruire una squadra vincente perché vogliamo vincere". Così il sindaco di Firenze Dario Nardella, ufficializzando il suo passo indietro per appoggiare il presidente dell'Emilia-Romagna. "Mi ha convinto nell'idea di fare un percorso insieme", dice Nardella prendendo la parola accanto al governatore al teatro del Sale, dietro di loro una bicicletta per simboleggiare la sfida comune di ospitare la partenza del Tour de France 2024 a Firenze e in Emilia-Romagna.

"Molti di coloro che mi hanno sostenuto- dice Nardella- mi hanno chiesto perché non sono andato avanti con la mia candidatura. Io ho trovato dentro di me le ragioni della scelta di sostenere Bonaccini e di fare confluire le mie idee, il mio tempo e la rete di rapporti che abbiamo costruito nel progetto con cui Bonaccini si candida alla segreteria del Pd".

Anzitutto, la scelta è stata fatta per "coerenza", perché "i nostri destini vengono dopo" rispetto ad un progetto. In un secondo luogo il passo indietro serve a "portare un valore aggiunto per tenere unito il più possibile il fronte dei sindaci e degli amministratori".

Nardella cita inoltre la "possibilità di dare una mano a costruire una platea plurale e larga" a sostegno di Bonaccini. Infine c'è la possibilità di "costruire una leadership collettiva. Non possiamo permetterci - avverte il sindaco di Firenze - un altro congresso in cui cambiamo il segretario e non cambiamo il partito". Per Nardella, infine, la "frammentazione di nomi rischierebbe di indurci ad un confronto dispersivo".