Siccità in Emilia Romagna, Priolo: "Meno sprechi per fronteggiarla"

L'assessore regionale sulla crisi idrica: "Dobbiamo coniugare le esigenze di famiglie e aziende con la tutela ambientale"

Siccità

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Bologna, 19 marzo 2022 - La siccità nel bacino del Po minaccia oltre 1/3 della produzione agricola nazionale, fra pomodoro da salsa, frutta, verdura e grano, e la metà dell’allevamento. L’allarme lanciato da Coldiretti è lo specchio del problema della crisi idrica in Emilia Romagna. Dallo scorso 1 ottobre a oggi, i valori medi delle precipitazioni sono sempre inferiori alle attese: si parla di 154 millimetri in meno (-36%) rispetto al periodo 2001-2020.

Le piogge cumulate sono stimate tra le più basse degli ultimi 20 anni: valori inferiori si sono registrati solo nel 2002, 2007 e 2012. "Non si registrano piogge importanti da novembre-dicembre – dice il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri che chiede un intervento immediato del Governo –. Nei primi mesi dell’anno sono 36 i millimetri caduti, contro una media di circa 90 negli ultimi 25 anni. Di conseguenza gli agricoltori sono costretti a ricorrere all’irrigazione straordinaria, con ulteriori costi tra consorzi di bonifica e gasolio, che ha subito rincari esorbitanti". 

Un altro grande problema è lo spreco di acqua. Secondo gli ultimi dati, in un anno vengono immessi nella rete idrica italiana 8,2 miliardi di metri cubi di acqua. Di questi sono utilizzati 4,7 miliardi mentre gli altri 3,5 miliardi vengono dispersi a causa delle cattive condizioni dell’infrastruttura idrica, cioè di tubi vecchi e rotti.

Irene Priolo, assessore regionale all’ambiente, la siccità si sta trasformando sempre più in un rischio. Come pensate di fronteggiare questa emergenza?

"La situazione nella quale ci troviamo è anomala ed è un chiaro segnale delle conseguenze del cambiamento climatico. Da questo punto di vista stiamo lavorando al Piano Aria 2030, che punta a contenere le cause dell’incremento della temperatura e che si integra con il Piano Energia e con il nuovo Piano di Tutela delle Acque che mira invece a prevenire i conflitti tra i diversi usi della risorsa idrica puntando su riuso, risparmio, efficienza della rete e stoccaggio della risorsa idrica".

Un rischio significativo anche e soprattutto per gli agricoltori. Come aiutarli?

"La siccità e le conseguenti ripercussioni per le nostre aziende agricole ci preoccupano e sono ben note. Non è facile tenere assieme le giuste esigenze di utilizzo della risorsa idrica per scopi irrigui o per la produzione di energia con la tutela ambientale. La stagione irrigua inizierà il 1° aprile ed è evidente che se, fino ad allora, la situazione non cambierà ci potranno essere criticità. Al momento i dati che ci ha comunicato l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel distretto idrografico del fiume Po, non ci restituiscono uno stato di severità idrica tale da compromettere nell’immediato gli utilizzi idropotabile, irriguo ed energetico, se questo dovesse accadere più avanti, come conseguenza estrema, potremmo andare in deroga ai prelievi sia per scopi agricoli che per la produzione di energia. Saranno molto importanti gli investimenti, dal Pnrr l’Emilia-Romagna attende il finanziamento da 355 milioni destinati a progetti strategici del settore irriguo, gli investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo e in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico".

La situazione potrebbe protrarsi per molto altro tempo?

"Purtroppo, temo di sì. Per quanto ci dicono le previsioni meteoclimatiche di medio termine e stagionali questa situazione potrebbe protrarsi ancora per diverse settimane".

È necessario, inoltre, ridurre i consumi dell’acqua. Che appello fare ai cittadini?

"La Regione, come già detto, sta monitorando costantemente l’evoluzione della situazione e si candiderà per importanti progetti del settore idrico integrato per la riduzione delle perdite di rete. Al momento non ci sono problemi di approvvigionamento idropotabile, ma è doveroso rivolgere a tutti un invito alle buone pratiche. È importante installare apparecchiature idrosanitarie a basso consumo idrico, come frangigetto, rubinetti e sciacquoni a basso flusso, oltre ad adottare altri comportamenti virtuosi e, in generale, fare un uso più razionale ed efficiente dell’acqua".

Quest’anno è stata attivata la fase di attenzione per gli incendi boschivi già in febbraio, anziché a fine primavera. Cosa si può cogliere da questa disposizione?

"Veniamo da un inverno profondamente segnato dalla siccità. L’aver attivato la fase di attenzione per gli incendi così in anticipo, anziché a fine primavera o inizio estate come avveniva di solito, è un’anomalia: è la prima volta che accade, non era mai successo in passato. Ma anche questa, purtroppo, è una conseguenza del cambiamento climatico".

Come sta proseguendo la campagna ’Mettiamo radici per il futuro’?

"Gli alberi sono i migliori alleati contro i cambiamenti climatici, questa è la premessa doverosa alla base della campagna. Una campagna costruita in accordo con quanto ci indicano le politiche europee e il Patto per il Lavoro e per il Clima, e che ha raggiunto un importante risultato: sono già ben oltre un milione le piante messe a dimora. Nel frattempo, è appena uscito il secondo bando a sostegno di interventi di forestazione urbana e sta andando avanti il progetto da 357 milioni di euro di Rinaturazione del Po".