Strage di Sassuolo: per i funerali serve lo stadio, la chiesa non basta

La strage di Sassuolo: si prevede un grande afflusso di persone e bisogna rispettare le norme anti Covid. I funerali saranno fissati la settimana prossima, al termine degli accertamenti disposti dalla magistratura

Nabil Dhahri, 38 anni, insieme al figlioletto

Nabil Dhahri, 38 anni, insieme al figlioletto

Sassuolo (Modena), 20 novembre 2021 - Per i funerali della famiglia sterminata mercoledì scorso, le chiese di Sassuolo hanno una capienza insufficiente per allestirvi quattro bare, rispettare le normative anti-covid e contenere il prevedibile notevole afflusso di persone. Tutta la comunità, infatti, è ancora sconvolta per il terribile episodio. Non si esclude allora che le esequie possano essere organizzate in spazi più ampi o più aperti, per esempio il palazzetto dello sport, un parco o lo stadio Ricci. Al momento è una riflessione, visto che la data dell’estremo saluto di Elisa Mulas, Simonetta Fontana e i due piccoli Sami e Ismaele deve essere ancora fissata. È probabile che il giorno dell’addio alle vittime si conoscerà la prossima settimana visto che nel frattempo dovrà essere svolto l’esame autoptico sui corpi dopo il quale il magistrato potrà rilasciare le salme ai famigliari.

Ma vicariato e Comune il problema se lo stanno ovviamente già ponendo: in caso di rito religioso, da stradario la chiesa più vicina a via Manin è quella di Rometta. Ma appunto non basta. Come potrebbe non essere adeguato neanche il duomo. E allora ecco che dal Comune non escludono che la scelta possa ricadere sul PalaPaganelli di via Nievo (dove in passato è stato celebrato il momento di preghiera, sebbene senza bare, per le donne decedute in un incidente stradale sull’autostrada a Bologna), oppure sullo stadio Ricci, in gestione al Sassuolo, ma di proprietà del Comune. L’impianto sportivo avrebbe anche il vantaggio di poter garantire un buon distanziamento: non si sa infatti quando saranno celebrati i funerali quali norme o eventuali restrizioni anti-covid saranno in vigore considerata la preoccupante risalita dei contagi. Infine, si valuta anche la possibilità di un parco. Ipotesi ovviamente che devono fare i conti con l’eventualità del maltempo considerando la stagione.

Per Nabil Dhahri, l’omicida-suicida, il discorso è naturalmente diverso e separato dalle altre vittime: bisognerà vedere se la famiglia di origine deciderà di rimpatriare la salma in Tunisia. Intanto i sacerdoti sassolesi - don Marco Ferrari, don Patrick Valena e don Carlo Menozzi – a nome delle comunità parrocchiali si stringono attorno alla comunità e alla famiglia di Elisa Mulas: "Dalle nostre chiese e dalle nostre case sale a Dio incessantemente una speciale preghiera per Simonetta, Elisa, Ismaele e Sami. Possano trovare nella gioia del Cielo la pace e la serenità che hanno cercato insieme su questa terra e di cui sono stati privati all’improvviso e in modo violento. Alla figlia di Elisa e a tutti i famigliari il cordoglio e l’affetto di tutti noi". Un pensiero viene rivolto anche al 38enne autore della strage: "Alla misericordia del Signore Gesù, che ci ha insegnato a "benedire coloro che ci maledicono e a pregare per coloro che ci maltrattano" (Lc 6,28), affidiamo anche l’anima di Nabil, affinché possa trovare perdono e riconciliazione".

Domani alle 18 è in programma nella chiesa di Rometta una veglia di preghiera, mentre ieri sera un migliaio di persone ha partecipato alla fiaccolata – ribattezzata ‘Una candela contro il femminicidio’ - organizzata in Piazza Garibaldi, a Sassuolo per dire no alla violenza familiare e sulle donne. Nella piazza principale di Sassuolo,centinaia di persone hanno organizzato un un sit in – fiaccole in mano – fatto di silenzio e riflessione, rotto solo da un applauso e un ringraziamento per la folta presenza e per la partecipazione.

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