Vaccini: in Emilia Romagna è rissa fra assessore e medici di base

Via oggi la fascia d’età 50-54 anni: ci si registra sul sito della Regione (novità) o si telefona ai dottori di famiglia. Donini: "Vivono su Marte". Irritazione generale

Vaccini, Donini polemizza con i medici di base

Vaccini, Donini polemizza con i medici di base

Bologna, 13 maggio 2021 - Da oggi nella campagna vaccinale dell’Emilia-Romagna è coinvolta anche la fascia d’età 50-54 anni. I nati dal ’67 al ’71 possono autocandidarsi alla somministrazione anti Covid collegandosi al sito della Regione http://salute.regione.emilia-romagna.it/candidature-vaccinazione. I nominativi, attraverso le Ausl, arriveranno ai medici di famiglia, circa 2.750, che organizzeranno le sedute. "Dal 7 giugno abbiamo la certezza di garantire 70mila vaccinazioni a settimana – spiega Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute nel corso di una videoconferenza – per un target di 320mila persone", sebbene alcune Aziende potrebbero avere la disponibilità di parte delle dosi anche prima. Il sistema on line "è un tentativo di alleggerire la pressione sugli studi dei medici di medicina generale, ma certo non è vietato contattare direttamente il proprio medico", sottolinea l’assessore. E da lunedì le regioni potranno aprire alle vaccinazioni degli over 40, come chiede il commissario Figliuolo.

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La presentazione all’improvviso si anima. A chi osserva che alcuni camici bianchi lamentano una mancanza di comunicazione, Donini risponde così: "I medici che dicono di non sapere vuol dire che hanno vissuto su Marte in questi giorni, tornino presto sulla Terra, perché la proposta è arrivata dai loro rappresentanti sindacali. Noi abbiamo accondisceso, perché sono bravi e ce la possono fare. Comunque, non li lasceremo soli", inoltre "è obbligatorio, non è una facoltà". Pronta la risposta di Maurizio Camanzi, segretario della Fimmg bolognese: "Sì, esistono medici su Marte, però noi giovedì scorso abbiamo stipulato un accordo con Donini e il giorno dopo era su Marte anche l’Ausl che non conosceva alcuni aspetti. E io ho proposto un sistema di messaggistica per attenuare l’impatto telefonico con il medico di famiglia".

Giovanni Balboni, medico di base a San Lazzaro, osserva che "più della metà dei medici di famiglia non sono iscritti ad alcun sindacato e quindi non potevano essere a conoscenza della novità. Faccio parte di una chat con oltre 100 colleghi e fino a lunedì eravamo quasi tutti su Marte. C’è irritazione tra di noi, la categoria è arrabbiata e stressata per i pesanti carichi di lavoro e di tutto avremmo bisogno meno che di fare anche dei vaccini". Luigi Bagnoli, presidente dell’Ordine dei medici di Bologna e medico di famiglia: "La comunicazione da parte dell’Ausl è arrivata alle 21,49 di martedì ed è possibile che chi non ha guardato la posta ieri mattina non sapesse nulla. A volte, risparmiare qualche parola sarebbe meglio". Tira dritto Paolo Bordon, direttore generale dell’Ausl: "Ringrazio i medici per quanto hanno fatto finora, ma questo è il banco di prova per vedere se il sistema regge. Forniremo le dosi e non ci sono alibi: chi vuole vaccina".

Va all’attacco Michele Gaudio, presidente dell’Ordine dei medici di Forlì-Cesena: "Non capisco la reazione di Donini, ha spostato il problema dalla Regione ai rappresentanti sindacali. Un campione significativo dei medici di base di questa iniziativa non sapeva niente". E sulla vaccinazione nei luoghi di lavoro, per Confcommercio e Confesercenti sono "indispensabili la priorità per gli addetti del turismo e della ristorazione e le semplificazioni per il commercio al dettaglio".

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