Vaccino Covid, in Emilia Romagna si fa dal medico di base

Nuovo accordo tra regione e sindacati. Così si pensa di incentivare la campagna per le quarte dosi e a convincere più persone possibili a fare l'iniezione

Bologna, 21 settembre - Avanti tutta con i vaccini contro il Covid. In Emilia-Romagna li potrà somministrare direttamente il proprio medico di famiglia. E’ l’esito di un accordo sottoscritto da Regione e organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale Fimmg, Snami e Smi.

L’Emilia-Romagna è pronta ad andare avanti con la campagna vaccinale per le quarte dosi e a convincere più persone possibili a vaccinarsi, “mettendo in campo – spiegano dalla Regione – un altro, importante strumento, con l’obiettivo di ribadire la centralità del ruolo del medico di medicina generale e di spingere ulteriormente sulle adesioni”.

Covid 21 settembre 2022: in Emilia Romagna oggi 1.555 contagi e 4 morti - 

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A rendere possibile e valida l’intesa è stata la larga (ma non larghissima) approvazione dei medici di medicina generale, il 65% dei quali ha aderito all’accordo a livello di ogni singola Azienda sanitaria locale.

In questo modo si aprirà un nuovo canale di vaccinazione a disposizione dei cittadini, che affiancherà quelli esistenti e amplierà di conseguenza le possibilità di scelta. Sui siti internet delle Aziende sanitarie locali, saranno messi a disposizione i moduli di informativa, consenso, anamnesi, che i cittadini dovranno compilare prima di recarsi alla seduta vaccinale.

Diverse le modalità di conservazione

A rendere possibile la somministrazione dei vaccini contro le nuove varianti del Covid, autorizzati o per i quali è già in corso l’iter di autorizzazione, è il fatto che prevedono modalità differenti di conservazione e utilizzo rispetto ai precedenti, che rendevano molto più complesso somministrarli direttamente e su ampia scala negli ambulatori dei medici di base. Ovviamente i sanitari dovranno garantire il mantenimento e il tracciamento della catena del freddo tra i 2°C e gli 8°C, dalla consegna alla vaccinazione.

I punti salienti dell’accordo

L’accordo, approvato da una delibera nell’ultima seduta di Giunta, prevede l’impegno da parte dei medici di assistenza primaria nella realizzazione del piano vaccinale, secondo le indicazioni istituzionali, sia in termini di comunicazione ai propri assistiti, sia di effettuazione delle vaccinazioni. L’attività di comunicazione consisterà nel dare risposte sui vaccini, nel facilitare la prenotazione e l’accesso alla vaccinazione, nel diffondere le informazioni che riguardano la campagna vaccinale sia nel proprio studio, grazie al materiale informativo messo a disposizione dalle Ausl, sia tramite canali digitali. Ma la novità riguarda la somministrazione vera e propria: i medici di medicina generale, infatti, potranno vaccinare i propri assistiti nei loro ambulatori, ed eventualmente, per motivi organizzativi, anche gli assistiti in carico agli altri medici associati.

È possibile prevedere anche altri locali idonei e attrezzati, se la logistica lo consente: locali delle loro forme associative, ambulatori di prossimità, Case della Salute o sedi indicate della Ausl. Inoltre, potranno vaccinare pazienti che rischiano di non essere vaccinati perché temporaneamente privi di assistenza primaria, accordandosi con le Aziende Usl per la loro identificazione. I medici saranno a disposizione anche per vaccinare a domicilio gruppi di popolazione fragile non trasportabile e nelle Case residenze per anziani (Cra).

Gli obiettivi dell’accordo

L’accordo sottolinea la centralità del ruolo del medico di medicina generale, soprattutto per quelle fasce di popolazione che, in mancanza dell’informazione garantita dal proprio medico di fiducia, potrebbero presentare bassi livelli di adesione alla campagna vaccinale. È stato possibile pensarlo – spiegano dalla Regione – “anche alla luce dell’intesa sottoscritta da Regione e organizzazioni sindacali di categoria lo scorso luglio, di cui rimangono saldi i principi e per i quali la Regione ha garantito il proprio impegno, anche economico, che ha visto anche il sostegno alla dotazione di personale infermieristico e segretariale per contrastare l'aumento del carico di lavoro dei medici di medicina generale e supportarli nell’organizzazione e nella realizzazione della campagna vaccinale”.