Vaccino farmacia Emilia Romagna, FederFarma: "Così convinceremo gli indecisi"

Gallina Toschi, presidente di Federfarma Emilia Romagna: "Partecipare alla campagna di immunizzazione è una svolta importante. Capisco le perplessità di qualche collega ma noi siamo al servizio della gente"

Vaccino in farmacia: prenotazioni al via dal 7 settembre

Vaccino in farmacia: prenotazioni al via dal 7 settembre

Bologna, 30 agosto 2021 - Achille Gallina Toschi, bolognese, lei è presidente di Federfarma Emilia Romagna, l’associazione dei farmacisti privati. Dal 7 settembre, dopo l’annuncio della Regione, anche voi potrete vaccinare contro il Covid. Funzionerà?

"È importante per molti motivi: le farmacie sono capillari, questo può convincere a immunizzarsi qualche anziano che vive lontano dai grandi centri. Una nostra parola può convincere chi è ancora indeciso. E poi se dovesse servire una terza dose, si ripartirebbe da zero e lì bisognerà accelerare".

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Scusi, però i farmacisti non hanno mai praticato iniezioni. "Si fa già in 17 regioni, tra cui il Lazio che ha totalizzato numeri importanti. Idem in Francia".

Il segretario regionale di Federfarma, Alberto Lattuneddu, ha confessato le sue perplessità su alcuni aspetti organizzativi. "È una svolta importante, non va presa a cuor leggero, ne parleremo con gli associati. È previsto un periodo di preparazione anche pratica che, finora, è stata messa in pratica in poche province, tra cui Bologna e Ravenna. Ma ora la Regione la estenderà a tutte le Ausl".

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In cosa consiste? "Oltre al corso teorico dell’Istituto superiore di sanità, che ci prepara per esempio sul primo soccorso, faremo un affiancamento in un centro vaccinale, per imparare dai medici come fare l’anamnesi e preparare le dosi".

Quanto dura? "Sei ore".

Non sono poche? "Io sono rimasto anche di più e non mi hanno certo cacciato via... E in sei ore si fanno davvero molte iniezioni".

L’accordo nazionale dice che, in farmacia, la presenza di un medico o di un infermiere durante la profilassi è consigliata ma non obbligatoria. Dopo la formazione, il farmacista saprà fare tutto da sè? Potrà fare a meno di esperti esterni? "Direi di sì. Tenga presente che non ci occuperemo noi delle persone con particolari patologie. E non ci sono reazioni avverse immediate. Quanto al preparare una dose di siero, dopo aver imparato come si fa, è una dinamica a cui noi farmacisti abbiamo già l’occhio".

Come gestirete i vaccini? E, tra Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson, come deciderete quale tipo utilizzare? "Rispetto all’inizio della campagna, si è scoperto che il Pfizer, una volta scongelato, può resistere alcune settimane tra i 2 e gli 8 gradi. Delle consegne si occuperanno dei professionisti, noi li conserveremo. Utilizzeremo le scorte disponibili in quel momento".

Ha sottolineato la capillarità delle vostre sedi. Sabato però le adesioni erano un centinaio in tutta la regione. Quante ne auspica? "Su circa 1.200, sono 900 quelle che eseguono i tamponi. Avremo numeri più bassi, perché non tutti potrebbero avere i locali adatti. Direi 5-600, per Bologna un centinaio".

È vero che, da un punto di vista economico, a una farmacia non converrebbe aderire? "In questa fase, non abbiamo certamente aderito per fare profitti. Credo però che sia un passo importante guardando al ruolo futuro delle farmacie, che già in questi mesi hanno erogato servizi importanti. Dateci un po’ di tempo e vedremo i risultati. Sono fiducioso".