Vaiolo delle scimmie, salgono a 57 i casi in Emilia Romagna

A fine luglio i contagi in regione erano 49. Sintomi, come si cura e come si trasmette il Monkeypox. Bassetti: "Vaccinare tutti gli italiani a rischio"

Vaiolo delle scimmie, la diffusione nel mondo

Vaiolo delle scimmie, la diffusione nel mondo

Bologna, 2 agosto 2022 - Crescono, lentamente ma inesorabilmente, i casi di vaiolo delle scimmie (o Monkeypox) in Emilia Romagna e in Italia. La nostra regione, con 57 casi, si piazza al terzo posto per numero di malati, dopo la Lombardia (che segnala 232 casi) e il Lazio (104). Rispetto alla rilevazione di pochi giorni fa, l'incremento è evidente: il 27 luglio si segnalavano 49 casi in Emilia Romagna. Ricordiamo che l'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ha dichiarato  il vaiolo delle scimmie (Monkeypox) quale “emergenza sanitaria globale”.

La situazione in Italia

A livello nazionale, sono 505 i casi confermati di vaiolo delle scimmie, 26 in più rispetto all'ultima rilevazione di 4 giorni fa, secondo il bollettino pubblicato dal ministero della Salute con dati aggiornati a oggi, 2 agosto.  I casi collegati a viaggi all'estero sono 149 e l'età media dei pazienti è di 37 anni (per un range che va dai 20 ai 71 anni). Nella casistica italiana risultano ora solo 4 donne contro 501 uomini.   Dopo Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna, la classifica per regioni vede Veneto (33), Piemonte (18) e Toscana (17).  Dopo la prima infezione rilevata in Sardegna, scendono a 5 le regioni che non hanno ancora segnalato nessun caso di Monkeypox (Basilicata, Calabria, Molise, Umbria e Valle d'Aosta). Le restanti, comprese le province autonome di Bolzano e di Trento, contano meno di 10 casi. 

Bassetti: vaccinare tutti gli italiani a rischio

In risposta all'assessore della Sanità del Lazio, che metteva a disposizione lo Spallanzani di Roma come centro regionale per i vaccini anti vaiolo, Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, chiarisce: "Se si parte con un programma di vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie deve essere offerto a tutti gli italiani che rientrano nelle categorie potenzialmente a rischio. Bisogna partire con una campagna nazionale, disponibile in tutte le regioni italiane e bisogna farlo rapidamente, perché l'Italia è in ritardo rispetto agli altri Paesi pur essendo al decimo posto per numero di casi".  "Anche noi riceviamo tantissime richieste - chiosa Bassetti - ma dobbiamo rispondere che in Italia, in questo momento, non è ancora possibile fare il vaccino". Insomma, lo Spallanzani "non può essere l'unico centro a vaccinare".  E ancora. Sul vaiolo delle scimmie "credo che abbia influito molto l'aspetto ideologico - sostiene Bassetti - perché ormai due mesi fa avevo allertato sul fatto che contagio riguarda prioritariamente maschi di età compresa fra 20 e i 40 anni omosessuali, e questo era. Oggi abbiamo quasi 25mila casi nel mondo, e oltre il 95% riguarda questa categoria di persone, alla quale sarebbe bene offrire la vaccinazione. Ma bisogna correre - è il monito - siamo sempre in ritardo". 

Vaiolo delle scimmie: i sintomi

Ecco i sintomi: febbre, intenso mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena e astenia; oltre a linfonodi ingrossati ed eruzioni o lesioni cutanee. L’eruzione cutanea di solito inizia entro tre giorni dalla comparsa della febbre e tende a concentrarsi sul viso, sul palmo delle mani e sui piedi. In genere i sintomi durano da 2 a 4 settimane e scompaiono da soli senza trattamento.

Come si trasmette

Il vaiolo delle scimmie si trasmette attraverso un contatto stretto con un caso sintomatico per cui qualora si dovesse contrarlo è previsto un periodo di isolamento. Chiunque abbia sintomi riferiti al vaiolo delle scimmie deve contattare immediatamente il proprio medico. Ulcere, lesioni o piaghe della bocca possono essere infettive e il virus può diffondersi attraverso la saliva o attraverso droplet (goccioline respiratorie) in caso di contatto prolungato faccia a faccia (a maggior rischio gli operatori sanitari, i membri della stessa famiglia e altri contatti stretti dei casi confermati).