Via Romagna: in bici da Riolo Terme a Faenza. Il paesaggio è mozzafiato

Prima puntata del reportage della nostra cronista impegnata in una tre giorni tra salite a perdifiato, panorami incantevoli e qualche piacevole sosta al profumo di piadina e sangiovese

Via Romagna, in bici nel Faentino

Via Romagna, in bici nel Faentino

Faenza (Ravenna), 19 giugno 2021 - Andare alla scoperta, per un intero weekend, dei tanti tesori naturalistici, paesaggistici, storici e culturali che l’entroterra romagnolo custodisce, pedalando per la prima volta sul tracciato, appena inaugurato, di ‘Via Romagna’ (foto). È l’esperienza che, da venerdì 18 a domenica 20 giugno, aspetta me e altri nove giornalisti, rappresentanti delle principali testate italiane di ciclismo e cicloturismo: grazie a un’iniziativa di Apt Servizi (l’agenzia di promozione turistica emiliano-romagnola) e del consorzio Terrabici, vivremo tre giorni all’insegna di salite a perdifiato, panorami incantevoli e qualche piacevole sosta al profumo di piadina e sangiovese.

Seconda puntata Via Romagna: da Riolo Terme a Imola in bici. Con Davide Cassani

Il programma prevedeva per il pomeriggio di ieri, venerdì 18 giugno, una tappa considerata ‘facile’, tutta ravennate: da Riolo Terme a Faenza e ritorno, passando rigorosamente attraverso strade poco frequentate e a bassa densità di traffico. Tra i tanti obiettivi di ‘Via Romagna’, infatti, c’è quello di valorizzare strade secondarie, sia asfaltate che bianche, sul modello delle grandi ciclabili europee (un esempio per tutti: la Ciclovia del Danubio). A Faenza ci saremmo fermati per assistere alla partenza di diversi big del ciclismo – tra cui il campione del mondo Filippo Ganna – per la crono che apre la tre giorni del campionato italiano dei professionisti.

Già dopo poche pedalate mi era chiaro che la tappa non sarebbe stata ‘facile’ come tutti dicevano. Sarà stato il caldo, che non ha mollato la presa neppure nel tardo pomeriggio, sarà stato il livello di allenamento - decisamente inferiore rispetto agli altri colleghi – ma le colline ‘dolci’ del Faentino hanno saputo mostrarmi subito il loro volto più cattivo. Almeno finché non ho deciso che era ora di rallentare il passo e godermi il paesaggio, come una vera cicloturista. È stato allora che ho assaporato, finalmente, la bellezza del nostro entroterra, capace - mai come in estate - di sorprendere con i suoi colori e la sua luce. Dall’oro delle distese di spighe ormai mature al giallo dei campi di girasoli, dal viola della lavanda in piena fioritura al verde intenso dei vigneti, fino al rosato delle albicocche che spuntano dai tanti frutteti: una meraviglia cui non avrei fatto caso, se non avessi deciso di pedalare con lentezza. Ed è ciò che continuerò a fare nei prossimi giorni: in fondo, se qualcuno mi chiederà il motivo, posso sempre dare la colpa all’anticiclone africano. (1-continua)