Afghanistan, dopo la fuga dell'Occidente rischiamo attentati e una valanga di profughi

Intervista ad Andrea Margelletti, presidente del Cesi

Andrea Margelletti

Andrea Margelletti

Bologna, 14 agosto 2021 - L'Occidente si è perso nel caos calmo di Kabul e nei deserti rocciosi dell'Afghanistan. Nel giro di pochi mesi l'orologio della storia è tornato indietro di vent'anni, prima dell'attentato che cambiò il mondo, l'11 settembre 2001. Ora laggiù, con la presa del potere talebano, rischiamo una ripresa dei santaeri del terrorismo. Ne è certo Andrea Margelletti, presidente del Cesi, Centro studi internazionali, esperto di geopolitica e strategia militare.

Afghanistan, talebani a 11 km da Kabul. Di Maio: "Pronti a lasciare l'ambasciata" - Afghanistan, perché gli Usa hanno lasciato il Paese e perché i talebani avanzano E' stato un errore lasciare l'Afghanistan così in fretta? "Più che altro tutto l'Occidente e non solo gli americani ha sbagliato strategia. Nel momento in cui viene annunciato un ritiro totale è ovvio che qualcuno, cioè i Talebani, che sono culturalmente gli stessi di vent'anni fa, riprendono il terreno perduto. L'errore vero è che nel tempo abbiamo perso il senso di ciò che stavamo facendo laggiù e la ragione per la quale stavamo lì". Uno dei principali errori dell'America? "L'aver annunciato un trattato di pace e averlo organizzato direttamente con i Talebani stessi escludendo il governo di Kabul e delegittimando così ogni rapporto. E' stato un abbandono totale". Si poteva trovare una via di mezzo? "Certo, il ministro della Difesa italiano, Lorenzo Guerini, ha provato a proporre una missione più leggera senza abbandonare tutto. Ma l'amministrazione Usa non ne ha voluto sapere. Senza la loro forza politica, bellica e tecnologica, non si poteva rimanere". Vent'anni di morti, 5 mila solo gli Usa 53 gli italiani e migliaia di feriti, a cosa sono serviti? "Sulle prime, dopo l'11 settembre, l'impegno militare è sfaldare le roccaforti del terrorismo di Al Qaeda, ma visto con gli occhi di oggi la missione è fallita perché rischiamo di tornare allo status quo. Abbiamo buttato via milioni di euro e tante vite umane quasi per nulla". I segnali sono chiari e immediati. "Ovvio. Già oggi i Talebani hanno cambiato nome alla radio di Kandahar: si chiamerà Voce della sharia. Secondo quanto riferisce al-Jazeera, hanno preso il controllo dell'emittente attiva nella città che è stata la culla del movimento fondato dal Mullah Omar. Secondo le rivendicazioni l'emittente trasmetterà notizie, analisi e recitazioni del Corano. Tutto chiaro". Venti anni di guerra non hanno indebolito i Talebani? "Assolutamente. Il Mullah Omar rispetto al rapporto con l'Occidente disse: voi avete gli orologi, noi il tempo. Hanno atteso che facessimo tutti gli errori possibili e ora si sono ripresi il Paese". Cosa rischia l'Occidente? "Un altro Bataclan, una ripresa del terrorismo che adesso ha a disposizione un intero Paese, l'Afghanistan appunto. Vedremo probabilmente altri attentati negli Stati Uniti e in Europa. I Talebani stanno ripristinando il loro assetto della società: impediranno alle donne di istruirsi, le obbligheranno al burqa, ai bambini impediranno di andare a scuola e perfino di tenere in casa uccelletti di compagnia perché secondo loro portano allegria e distraggono dalla preghiera coranica, si finanzieranno col commercio della droga e offriranno luoghi di insediamento ai gruppi terroristici". Che fine farà il governo in carica? "Finirà nel nulla appena l'ultimo aereo occidentale lascerà Kabul. Gli americani hanno già annunciato l'invio di 3mila marines per coprire l'evacuazione del personale di ambasciata e dei collaboratori. I Talebani non hanno interesse ad attaccarli, lasceranno fare per liberarsene in fretta e avere campo libero. Loro hanno vinto, noi abbiamo già perso. E subito dopo saranno ripristinati i santuari del terrorismo. E' peggio del ritiro americano dal Vietnam". Cosa può fare l'Occidente per arginare questo disastro? "Nell'immediato non succederà nulla, ma se l'Afghanistan tornerà ad essere la casa dei terroristi allora cambieranno le cose. Gli inglesi, che hanno esperienza, hanno già messo in conto piani per un possibile ritorno". Che fine faranno coloro che sono stati dalla parte della Coalizione? "L'esercito non ha più motivo di combattere e si sta sfaldando. Fra l'altro il codice afghano prevede che si possa tranquillamente passare dall'altra parte. Chi ha invece collaborato con gli occidentali, tipo politici, magistrati, interpreti, gestori di servizi non ha scampo. Li faranno fuori tutti. Ho difficoltà a comprendere chi si scandalizza in queste ore: era tutto previsto". C'è il rischio di una ondata di profughi afghani? "E' una certezza, arriveranno a migliaia perché sono in fuga dalla società instaurata dai Talebani. Dopo aver abbandonato quelle persone abbiamo il dovere di accoglierli perché scappano dalla guerra e dalla repressione. E questo sarà un altro problema di dimensioni drammatiche".