Guerra in Ucraina: telefonata fra Draghi e Zelensky. I temi del colloquio

Azovstal, Russia valuta scambio prigionieri reggimento Azov con oligarca Medvedchuk. La resa dei soldati ucraini: in un video l'uscita dall'acciaieria e la perquisizione. Costretti a spogliarsi e a mostrare i tatuaggi, tra cui alcuni con croci celtiche e doppia S

Mariupol, 21 maggio 2022 - L'acciaieria Azovstal di Mariupol è caduta, Mosca ha annunciato la resa con il passaggio "sotto il controllo delle forze armate russe". C'è un video pubblicato dal ministero della Difesa russo che mostra gli ultimi combattenti ucraini mentre lasciano il bastione. Hanno resistito per 86 giorni, fino a quando da Kiev non hanno ricevuto l'ordine di "smettere di combattere per difendere la città". Era il segnale che tutti aspettavano da giorni. La resa si è consumata - a quanto si apprende - senza particolari turbolenze.

Ora da sciogliere c'è il nodo dei prigionieri. Secondo quanto viene riportato da Interfax, la Russia starebbe valutando la possiblità di uno scambio di prigionieri tra i combattenti del reggimento Azov e l'oligarca filorusso Viktor Medvedchuk, catturato il mese scorso in un blitz degli 007 di Kiev. 

Aggiornamenti sulla guerra, ma non solo. In serata nuovo contatto telefonico fra Zelensky e Mario Draghi. Il capo del Governo italiano e il leader ucraino hanno avuto una conversazione di aggiornamento sul conflitto, ma ci sono stati anche riferimenti alla necessità di approvare il sesto pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia. Nel corso del colloquio Draghi ha assicurato il costante sostegno dell'Italia all'Ucraina, confermando l'esigenza di sbloccare i porti e il supporto per l'ingresso dell'Ucraina nella Unione Europea.

"Ho avuto una conversazione telefonica con Mario Draghi su sua iniziativa - ha scritto su Twitter Zelensky -. Abbiamo discusso della cooperazione di difesa e della necessità di accelerare il sesto pacchetto di sanzioni e di sbloccare i porti ucraini". Zelensky ha "ringraziato" il premier italiano per "l'incondizionato supporto al cammino dell'Ucraina verso l'Ue".

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Azovstal, la resa dei ribelli (Ansa)
Azovstal, la resa dei ribelli (Ansa)

L'acciaieria

l russi hanno preso il comandante del battaglione Azov e lo hanno portato verso i territori controllati da Mosca. Nel video diffuso dal ministero della Difesa soldati russi spezionano effetti personali e borsoni degli ultimi difensori dell'acciaieria, tra cui membri del battaglione Azov. Erano rimasti in 531 a lottare dentro l'acciaieria, riferisce il ministero. I prigionieri vengono inoltre perquisiti e costretti a spogliarsi per mostrare i propri tatuaggi, tra cui alcuni raffiguranti croci celtiche o la doppia S.

L'ultimo messaggio del soldato

"Beh, questo è tutto. Grazie per il rifugio, Azovstal è il luogo della mia morte e della mia vita". È lo straziante saluto, che suona come un addio, di 'Orest', al secolo  Dmytro Kozatsky, combattente del battaglione Azov. Su Twitter ha condiviso un messaggio, ripreso dai media ucraini, probabilmente le ultime foto dall'acciaieria dove è stato per quasi tre mesi. "A proposito, mentre sono in cattività, vi lascio le foto della migliore qualità, mandatele a tutti i premi giornalistici e concorsi fotografici. Se vinco qualcosa, sarà molto bello dopo l'uscita... Grazie a tutti per il tuo sostegno. Ci vediamo".

Il nodo prigionieri

Il problema è ora quale fine faranno i prigionieri e, soprattutto, i cittadini di Mariupol. Secondo le autorità municipali ucraine, i russi starebbero deportando i residenti del centro portuale. Viene riferito di 416 civili, di cui 46 bambini trasferiti ieri a Bezimenne per lo smistamento. E già 512 persone sarebbero state portate in territorio russo. Per quanto riguarda i militari difensori di Azovstal, il presidente ucraino Zelensy spiega che saranno al sicuro, ma devono essere scambiati. "Gli è stato detto di abbandonare l'acciaieria per preservare vite umane. La dirigenza militare lo ha comunicato a tutti". Il resto dipende dalle responsabilità che l'Onu, la Croce rossa internazionale e la Russia si sono assunti, conferma Zelensky. Che in un'intervista ai media ucraini spiega come la ripresa dei negoziati con la Russia dipenderà molto se i russi salveranno "la vita dei difensori del Mariupol". Per ora, sottolinea, «molto» dipende dai risultati dello scambio di prigionieri che deve coinvolgere i combattenti usciti dall'acciaieria di Azvostal.

L'errore dei russi

Secondo il think tank militare statunitense American Institute for War Studies (Isw), i russi "potrebbero aver sovrastimato il numero dei difensori ucraini che sono stati evacuati dalla Azovstal per massimizzare il numero di prigionieri di guerra russi che possono essere scambiati con i soldati ucraini o per evitare l'imbarazzo di dove ammettere che hanno tenuto un assedio di mesi contro soltanto 'centinaià di soldati ucraini". 

Gli esperti militari americani rilevano inoltre che i soldati russi avrebbero "riguadagnato alcune posizioni prese dalla controffensiva ucraina a nord della città di Kharkiv". Infine, osservano, "le forze russe si stanno probabilmente preparando per una più grande controffensiva ucraina e per un conflitto prolungato sull'asse meridionale".

Richiesta miliardaria di danni

Il gruppo Metinvest che controlla l'accieria Azovstal è pronto a chiedere miliardi di euro di danni alla Russia. "Stiamo documentando le perdite e i danni, un team legale speciale ci lavora senza sosta. Ma sì, possiamo usare un tribunale internazionale per chiedere alla Federazione russa i danni dalle perdite" e "sarà una richiesta di danni piuttosto pesante" anche di decine di miliardi di dollari. Sono le parole di Yuriy Ryzhenkov, ad di Metinvest, in un'intervista al Corriere della Sera.

Inoltre, conta la durata dell'occupazione: "più a lungo continua, più alto sarà il conto".   Ryzhenkov avverte: "Non lavoreremo mai sotto l'occupazione russa. Le nostre proprietà e le controllate restano a Mariupol e sono a rischio di distruzione o presa di controllo da parte dei russi. Ma se davvero gli occupanti sequestrano illegalmente i nostri beni, ci difenderemo con tutti i mezzi legali. Chiediamo agli europei e agli altri clienti di non comprare prodotti degli impianti di Mariupol finché noi, i soli proprietari, non ne avremo ripreso il controllo".