Giovedì 25 Aprile 2024

Ucraina, minaccia sui gasdotti sottomarini. L’Italia in pattuglia coi cacciamine

Il Wall Street Journal: l’Europa teme il sabotaggio di Putin. La Marina schiera le sue unità subacqueee. Allerta alta per evitare incidenti nel Mediterraneo e una crisi energetica che sarebbe ancora più devastante

New York, 28 novembre 2022 - L’Italia è in prima linea contro nuovi sabotaggi ai gasdotti che portano il combustibile dalla Russia all’Europa e sulle rotte delle pipeline sparse negli abissi del Mediterraneo. L’obiettivo è evitare qualcosa di simile alle due grandi esplosioni del 26 settembre (sono in molti a pensare che ci sia stato il cinico zampino di Mosca): un nuovo simile “incidente” rischierebbe adesso di far esplodere in Europa “la guerra del freddo” e dell’energia. Questa viene indicata come la nuova strategia adottata dal Cremlino dopo il fallimento muscolare delle artiglierie in Ucraina, una volta che i russi si sono accorti che i disagi del freddo potrebbero avere effetti più mortali e di massa delle atomiche tattiche, perché lasciare un paese senza energia elettrica e acqua significa sgretolarlo irrimediabilmente e per sempre.

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A protezione soprattutto dell’Europa e dell’Italia, che dipendono per il 45% dall’import di gas russo, così come è stato rilevato anche da una lunga inchiesta del Wall Street Journal, sono state chiamate le unità speciali navali sia italiane che dei paesi nordici. Si tratta di migliaia di chilometri di pattugliamenti nel buio di abissi profondissimi. La ITS Numana, specializzata nell’individuazione delle mine dopo l’esplosione del 26 settembre, ha incrementato i suoi pattugliamenti sulla rotta del gas che dal Nord Africa arriva al confine europeo, e speciali sommergibili che scendono a centinaia di metri di profondità, hanno accertato che una queste tubature aveva vicino un oggetto sospetto, risultato essere un pezzo di metallo arrugginito ma non una bomba.

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Ma al Nord dove il gasdotto che attraversa la Norvegia supera i 9000 chilometri, i militari e gli specialisti aereo navali si trovano di fronte a una missione di dimensioni gigantesche perché se anche un solo attacco venisse sferrato a queste strutture servirebbero mesi per ripararle. Mesi di blocco totale delle forniture creerebbero danni irrimediabili alle economie e alle vite di centinaia di milioni di persone che stanno affrontando l’inverno con scorte sempre più basse.

Non è un caso se la crisi energetica innescata dalla Russia per vincere l’isolamento dopo l’invasione dell’Ucraina abbia ha portato ieri ad un accordo in extremis fra Venezuela con la Casa Bianca, che apre a sorpresa all’industria petrolifera di Maduro, consentendogli di proseguire le trivellazioni norvegesi, di fatto eliminando le sanzioni a condizione che il ricavato venga destinato a risollevare le sorti della popolazione venezuelana.