Fano (Pesaro-Urbino), 4 marzo 2013 – L'Istituto superiore di Sanità e l'Aifa la ritengono pericolosa per la salute, ma la magistratura, dopo il ricorso dei genitori, ha disposto una terapia a base di cellule staminali adulte per un bimbo fanese di 26 mesi affetto da una grave malattia degenerativa: “Come cura compassionevole”.

F. (questa l'iniziale del nome del piccolo) è ricoverato negli Ospedali Riuniti di Brescia poiché – fa sapere il padre attraverso l'Associazione StampaRossoblu, affetto dal morbo di Krabbe, una malattia metabolica-neurologica autosomica recessiva. “Fino ai primi di novembre - spiega - era un bambino normalissimo, allegro e pieno di vita, e insieme a suo fratello gemello ci riempiva di gioia. Improvvisamente ha smesso di camminare. Gli abbiamo fatto fare una visita neurologica, e poi lo abbiamo portato all’istituto Meyer di Firenze. L’ospedale fiorentino e in seguito il Besta di Milano ci hanno liquidato sostenendo che non esiste alcun tipo di cura o trattamento per mio figlio: la sua malattia non lascia scampo, in pochi mesi porta allo stato vegetativo e quindi alla morte”.

“Siamo venuti a conoscenza delle terapie con metodo Stamina – continua il genitore - e abbiamo fatto ricorso al giudice del lavoro, in base all’articolo 700, per ottenere la somministrazione di cure compassionevoli”.

Il 6 febbraio il giudice ha ordinato agli Ospedali di Brescia di prendere in carico il minore per sottoporlo ad infusione di cellule staminali. Il prelievo di cellule sul padre del piccolo è stato già eseguito: “Presumibilmente entro metà aprile verranno reinfuse su mio figlio - dice il padre -, sperando che per lui non sia troppo tardi”. F. è il secondo bambino che dalle Marche accede per via legale alle terapie a base di staminali adulte: l’altro, di San Benedetto del Tronto, ha un anno e mezzo ed è affetto da atrofia muscolare spinale.