Fano, 26 ottobre 2013 - «LO SAPPIAMO che andremo incontro ad una denuncia, ma le difficoltà ci hanno costretto a fare quello che abbiamo fatto». Ha gli occhi lucidi di frustrazione e di rabbia Raffaella, 30 anni, mamma di un bambino ipovedente di 5 anni e mezzo. Sabato scorso, insieme al marito Mario, 38enne disoccupato, ha forzato la finestra di un appartamento al primo piano del civico 11 di via XXVI strada a Bellocchi e vi si è introdotta, occupandola abusivamente con tutta la sua famiglia. Sapeva che quella casa di proprietà dell’Erap era vuota da anni e loro avevano bisogno di un tetto. «I servizi sociali volevano dividerci — racconta la donna —: hanno detto che non potevano fare nulla di più che mandare me e mio figlio in una casa famiglia. Senza tenere conto di quanto il piccolo è attaccato al padre. E così per la disperazione sabato sera abbiamo occupato questo appartamento e ora ci autodenunciamo, perché alla fine noi vogliamo la legalità, sia per noi e sia per le altre famiglie nella nostra situazione. Non è possibile che a Fano ci siano delle case dell’Erap come questa, vuote, quando c’è tanta gente che ha bisogno di un tetto». «I vicini hanno capito la nostra disperazione — prosegue Mario —, non siamo soli...».

CHE NON siano soli lo dimostra anche il sit-in di protesta organizzato (sotto quel condominio rosa che ospita i 4 appartamenti Erap) per questo pomeriggio alle 15.30 dall’Unione Inquilini provinciale presieduta da Pino Longobardi. «L’appartamento ora occupato dalla famiglia è di proprietà dell’Erap, in gestione al comune, che sembra ne abbia bloccato l’assegnazione con una delibera di giunta — dice Longobardi —: riteniamo doveroso chiedere al sindaco e all’assessore competente la veridicità della decisione e, in caso affermativo, il motivo e il numero di alloggi che sono stati bloccati. Ricordando che gli sfratti per morosità nel 2012 sono stati circa 450, che per quest’anno se ne prevedono un migliaio e che la città di Fano è la più colpita... l’Unione Inquilini chiede che venga immediatamente regolarizzato l’utilizzo dell’appartamento in modo che la famiglia possa provvedere ad allacciare le utenze necessarie». «Quello che hanno fatto è un reato e saranno fatti sloggiare immediatamente — dice l’assessore Delvecchio — come è avvenuto un paio di mesi fa con un’altra famiglia che occupò la casa cantoniera di Ponte Sasso. Longobardi invece si prende una bella denuncia per le sue affermazioni perché quella casa è assegnata ad una signora con figlio disabile grave, che per motivi personali non la abita. Ma è vincolata a lei. A Fano abbiamo più o meno 800 case, tutte assegnate e sono occupate. Se ne liberano in media 10 l’anno. Questa famiglia la conosco bene... una volta gli ho dato persino soldi di tasca mia».

Tiziana Petrelli