Padre accoltellato a Fano. "Ho sfiorato la morte, devono restare in carcere" / VIDEO

Il gip convalida gli arresti dei due aggressori. La vittima: "Ero tranquillo con la mia ragazza, non so perché mi hanno accoltellato"

Jesus Pautasso, il 31enne accoltellato al Pincio, in tribunale per incontrare il medico incaricato dalla procura

Jesus Pautasso, il 31enne accoltellato al Pincio, in tribunale per incontrare il medico incaricato dalla procura

Fano (Pesaro Urbino), 5 ottobre 2018 - Per il gip non sembrano esserci dubbi: volevano ucciderlo, senza troppi scrupoli. Un’aggressione armata alla luce del sole, in pieno centro e sotto gli occhi dei tanti che a quell’ora si sono trovati a passare per  l'Arco d’Augusto (FOTO). Ieri il gip Giacomo Gasparini ha convalidato l’arresto e tenuto in carcere Maurizio Chiacchio e Riccardo Scala, 22 e 32 anni, accusati di aver  accoltellato Jesus Pautasso, il 31enne (VIDEO) di origini cilene, residente a Colli al Metauro, e di aver minacciato, con la lama puntata al viso, la sua fidanzata 17enne. La Procura, che aveva chiesto la custodia in carcere per gli aggressori, ha ipotizzato una doppia imputazione: il tentato omicidio e quella alternativa delle lesioni gravissime. Gasparini ha sposato l’accusa più grave. Ha messo in evidenza la spregiudicatezza ed efferatezza dei due arrestati (Chiacchio risulta indagato in un’altra vicenda per estorsione e lesioni personali).

Sangue in pieno giorno

Due soggetti pericolosi, "vittime di pulsioni violente che non sarebbero in grado di controllare" se dovessero ritrovarsi in situazioni simili a quelle dell’altro giorno. Pautasso, che ha riportato ferite da taglio al cuoio capelluto e la lesione dei tendini del polso sinistro, è riuscito a salvarsi e ad evitare il peggio solo per la sua prontezza e per essere riuscito a proteggersi parando col braccio i colpi della lama. Colpi che, dagli interrogatori di garanzia di ieri, sarebbero partiti da un solo coltello. Quello brandito da Chiacchio. Il 22enne (che è difeso dall’avvocato Marco Defendini) ha ammesso davanti al giudice di aver ferito Pautasso, "ma solo per difesa". "Mi ha preso per la gola – ha raccontato ieri – e per liberarmi da quella presa ho tirato fuori il coltello e l’ho colpito. Ma ho dato solo un colpo. Lui è un prepotente. Se la prende sempre con noi".

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Scala (assistito dall’avvocato Enrico D’Ambrosio) ha detto di non aver fatto nulla, che aveva anche lui un coltello, ma di averlo tenuto sempre in tasca. Ma anche per lui, il giudice ha riservato lo stesso trattamento. Protesta e annuncia ricorso, l’avvocato D’Ambrosio: "Impugnerò davanti al Riesame. Non è giusta né la convalida, né la custodia in carcere. Ci saranno le immagini delle telecamere sulla zona a dimostrare che il mio assistito non ha fatto nulla". Oltre al tentato omicidio, i due indagati sono accusati anche di minacce aggravate e porto abusivo d’arma. Secondo la ricostruzione degli inquireti, dietro l’aggressione a Pautasso, ci sarebbero motivi passionali, ma anche questioni di soldi legate allo spaccio di droga.