Affitti, boom di contratti a canone agevolato

Dai 167 del 2019 ai 359 del 2021. Rinnovato l’accordo: gli inquilini risparmiano il 20% sul libero mercato, i proprietari pagano meno tasse

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Volano gli affitti a canone concordato passati dai 167 del 2019 ai 340 del 2020 fino ai 359 del 2021, con numeri in crescita anche per il 2022: gli affittuari pagano, rispetto al libero mercato, un canone ridotto del 20%, mentre i proprietari recuperano sia attraverso la cedolare secca (al 10% invece del 21%) sia con le agevolazioni fiscali, in particolare sull’Imu. Numeri importanti secondo tutti i protagonisti del rinnovato accordo, tra Comune, associazioni dei proprietari degli immobili (Uppi, Asppi, Unioncasa, Confedilizia e Confabitare) e sindacati degli inquilini (Sunia, Sicet e Uniat) sui criteri di applicazione del contratto d’affitto a canone concordato. "Sono già 112 – ha spiegato l’assessore Sara Cucchiarini – i contratti stipulati fino alla primavera di quest’anno". "Uno strumento – è stato spiegato dai presenti – vantaggioso sia per i conduttori sia per i locatori che possono usufruire di agevolazioni fiscali. In particolare l’aliquota Imu pagata dai proprietari si riduce, con il canone concordato, dal 10% al 7%. "Inoltre il Comune di Fano – ha specificato Cucchiarini – prevede una ulteriore riduzione al 5,25% se l’inquilino è anche residente nella casa oggetto del contratto".

Con il nuovo accordo è stato stabilito per i prossimi tre anni, come già avvenuto nel triennio precedente, che ai canoni non si applicheranno neppure gli aggiornamenti Istat. Perché i contratti siano efficaci dovranno essere asseverati (certificati) dalle associazioni che hanno sottoscritto il protocollo. Le informazioni si potranno ottenere sia attraverso le singole associazioni sia sul sito del Comune. L’assessore Tinti ha parlato di uno strumento importante per "sostenere la politica abitativa, soprattutto di chi in questo difficile momento economico deve pagare l’affitto". "Uno strumento utile – ha fatto notare il sindaco Massimo Seri – per la gestione delle spese legate all’abitazione".

Soddisfatti anche i sindacati degli inquilini "in quanto l’accordo serve a calmierare il mercato: i numeri ci confortano, crescono e confermano la validità dello strumento, equilibrato sia per i locatori sia per gli inquilini". Dal Sunia lanciano anche l’allarme sul proliferare dei B&B e della sempre maggiore trasformazione degli appartamenti in alloggi turistici. "Manca una normativa – dice l’avvocato Gabriele Belfatto – che esiste invece nei Paesi nordici, spero che intervengano sia il governo sia i comuni perché questa trasformazione comporta l’espulsione verso le periferie delle locazioni abitative".

Anna Marchetti