
"I Servizi sociali di Fano non possono aiutare ogni persona che decida di cambiare casa. Non sono loro l’urgenza di...
"I Servizi sociali di Fano non possono aiutare ogni persona che decida di cambiare casa. Non sono loro l’urgenza di questa città". L’assessore Lucia Tarsi (foto) fa riferimento alla famiglia Omari (madre, padre e 4 figli) che da giovedì non avrà più una casa dal momento che ha disdetto l’affitto della casa in cui vive regolarmente dal 2009. Nonostante le dichiarazioni intransigenti, l’assessore Tarsi fa sapere la disponibilità sua e del sindaco Luca Serfilippi ad incontrare oggi stesso la famiglia visto che tre dei quattro figli sono minori. "Ci confronteremo prima con la dirigente dei Servizi sociali – fa presente Tarsi – poi parleremo con loro". L’obiettivo della famiglia Omari, di origine tunisina ma tutti cittadini italiani, tranne la mamma, era quello di assicurarsi un’abitazione più ampia dei 50 metri quadrati nei quali vivono in viale I Maggio. Solo a posteriori, quando la disdetta era stata già inviata, hanno compreso quanto difficile, se non impossibile, sarebbe stato trovare una nuova dimora, anche cercandola in periferia e pur essendo disposti a pagare fino a 700 euro al mese (il padre ha una macelleria a Calcinelli). "Abbiamo cercato ovunque (Fano, Rosciano, Lucrezia, Calcinelli, Fossombrone) ma ci siamo scontrati con affitti insostenibili di 900-1000 euro al mese per case spesso fatiscenti e nessuno disposto ad affittare a famiglie numerose" racconta la figlia 18enne, Soraya, studentessa del Nolfi. La ragazza ha cercato il sostegno, senza ottenerlo, del Comune e della Caritas per individuare una soluzione abitativa alternativa, anche temporanea. Solo di fronte alle tante porte chiuse deciso di rendere pubblica la storia della sua famiglia nella speranza che si attivi quella rete sociale di cui tanto la città si vanta.
Anna Marchetti