
Anna Graves, al secolo Annalisa Magi, con Sara Tringali durante uno dei concerti nel Regno Unito. Nella band anche Enrico Bartolini
di Tiziana PetrelliCinque città, cinque concerti, cinque successi pieni. Il recente mini tour nel Regno Unito ha confermato una volta di più il talento e il carisma di Anna Graves, al secolo Annalisa Magi, artista fanese che continua a portare il suo progetto Soft Scent sui palchi delle principali capitali europee della musica alternativa. Insieme a Sara Tringali ed Enrico Bartolini, Anna ha toccato Londra, Preston, Manchester, Brighton e York tra il 21 e il 25 maggio, facendo registrare ovunque numeri importanti: oltre 500 biglietti venduti complessivamente, tutti i Cd della prima tiratura (200 copie) e quasi 150 vinili bruciati al banchetto del merchandising.
"Erano date tutte nostre – racconta Anna al ritorno – in locali storici, dove hanno suonato band come i Joy Division e i Cure. E la cosa più bella è che la gente veniva per noi, ci conosceva già". Un tour serratissimo, partito mercoledì 21 da un club iconico di Londra, con 60 presenze "in una sera feriale, ma ci dissero che anche i Cure all’inizio avevano avuto la metà del pubblico". Poi via via, da Preston a Manchester, da Brighton alla conclusiva York, la risposta si è fatta via via più ampia e calorosa. "A York abbiamo fatto il pienone – racconta ancora Anna – era domenica, il locale era grande e pieno, eravamo gli headliner, affiancati da band locali, ma la gente era lì per noi. È andata oltre ogni aspettativa".
Un successo che ha già portato a una nuova convocazione a Londra in ottobre, stavolta in un locale a tre piani vicino a London Bridge, "uno dei punti nevralgici della scena alternativa londinese". Nel frattempo, il calendario estivo di Soft Scent è già fitto: a giugno un tour in Francia, tra Barbera, Strasburgo e Parigi (a due passi dal Bataclan), poi Potenza Picena, Vicenza, Torino, Firenze, Norimberga a settembre, e Praga a dicembre. Il successo all’estero non è una novità per Anna Graves, che negli anni Duemila aveva già portato il nome di Fano nei circuiti musicali internazionali grazie al Moonlight Festival, evento cult della scena darkwave europea.
"Eravamo entrati in una rete europea di festival – racconta – insieme a Berlino, Londra, Praga, Lipsia, e Fano ne faceva parte. Ospitavamo i nomi più importanti del genere, e venivano da tutta Europa per seguirli. Era un evento riconosciuto, amato e atteso, che purtroppo oggi non esiste più". Ed è proprio questo il nodo più amaro: mentre l’Europa la chiama, Fano sembra aver perso l’opportunità di restare nel giro, nonostante il seme fosse stato piantato proprio da lei. "Ogni volta che qualcuno mi ferma, anche all’estero, mi chiede del Moonlight. Anche chi non c’era ne ha sentito parlare. Le locandine con gli artisti ospitati all’epoca fanno ancora il giro dei social, sono un pezzo di storia. E tutti mi chiedono perché non lo rifaccio. Io non ho mai una risposta precisa, ma la verità è che mi piacerebbe molto". Un ritorno possibile, forse, anche grazie alle nuove attenzioni che Fano sta dedicando alla musica live con eventi come l’Adriatic Sound Festival, che si svolge nell’area dell’aeroporto, proprio dove Anna organizzò la seconda edizione del Moonlight.
"È un’area già collaudata – ricorda – e anche le infrastrutture tecniche sono state in parte montate da noi, con quel festival. Potrebbe essere una buona base per ripartire". In Italia, dopo Milano, Napoli, Bari, Caserta, Verona, manca ancora qualche tappa importante: "A ottobre dovremmo suonare a Torino e Firenze, e siamo entusiasti anche per quello. Intanto, le Marche restano la nostra casa, e Potenza Picena sarà il prossimo passo per tornare a suonare da queste parti. Chissà che non sia anche il primo segnale per riportare a Fano quella scena musicale che un tempo ci invidiava tutta Europa".