Fano, ricercatrice dell'università di Bologna premiata dal National Geographic

Arianna Mancuso, 30 anni, si occupa di riscaldamento globale nel Mediteraneo. Lavora nel laboratorio di biologia marina di Fano

Arianna Mancuso, ricercatrice dell'Univesità di Bologna, vive a Fano

Arianna Mancuso, ricercatrice dell'Univesità di Bologna, vive a Fano

Fano (Pesaro Urbino), 5 aprile 2018 - Si occupa della salute dei mari e degli oceani e con il suo progetto di ricerca «Shell Warm» ha vinto il premio Early Career del National Geographic. Si chiama Arianna Mancuso, vive a Fano, ha 30 anni, ha una laurea magistrale in Biodiversità ed Evoluzione conseguita all’Università di Bologna e sta facendo, sempre all’Alma Mater, un dottorato di ricerca su Scienza della terra, vita ed ambiente, nel Laboratorio di Biologia Marina e Pesca di Fano.  Arianna ci spiega in cosa consiste il suo progetto «Shell Warm»?

«Il progetto che ho scritto si svolgerà nel cratere sottomarino dell’isola di Panarea (Isole Eolie), un vero a proprio laboratorio naturale per la presenza di anidride carbonica che acidifica l’acqua circostante, consentendo di osservare oggi quello che potrebbe accadere nei mari del futuro con il riscaldamento climatico. L’obiettivo è osservare come i molluschi, trapiantati in questo ambiente naturale reagiscono e sopravvivenza all’aumento di acidificazione e temperatura del mare». Ha ricevuto il premio ma anche il finanziamento?

«Si, si tratta di un finanziamento di 5mila dollari che, tra l’altro, mi consentirà di pagarmi le spese del viaggio e della permanenza a Panarea quest’estate». Com’è nata la tua passione per il mare? «Mi è sempre piaciuta la natura, poi intorno ai 10 anni ho iniziato ad interessarmi dei pesci di come vivono e si riproducono. Prima ho comprato il mio acquario, poi ne ho acquistato un altro e poi un altro ancora. Ho riempito la casa dei miei genitori di acquari». Da passione a professione?

«Vorrei continuare a fare ricerca. Per farlo, finora, mi sono trasferita dalla provincia di Milano a Fano dove ho la borsa di ricerca e dove vivo da 4 anni». Pensa che il suo futuro di ricercatrice sarà in Italia?

«Sono convinta che all’estero, ne ho avuto prova quest’estate in Israele dove ho trascorso 4 mesi, i ricercatori dispongono di maggiori strumenti, ma personalmente vorrei rimanere in Italia e magari a Fano, senza escludere qualche viaggio all’estero».