di Anna Marchetti
Il sindaco Massimo Seri dice sì all’arretramento della ferrovia Adriatica definendola "una opportunità storica", ma boccia sia il bypass pesarese con uscita a Fosso Sejore, sia l’alternativa proposta dal collega Matteo Ricci di proseguire fino a Metaurilia con la stazione a Chiaruccia (per questo ulteriore tratto servirebbero 500 milioni di euro, mentre ci vorrebbero 3 miliardi per arrivare fino a Marotta, ipotesi caldeggiata da Seri).
"Non si possono consentire opere che creino barriere fisiche nei territori o compromettano successivi sviluppi: evitiamo una nuova incompiuta, ci basta l’E78". Per poi aggiungere: "Dobbiamo evitare le contrapposizioni Fano-Pesaro, Marche nord contro Marche sud: per vincere le sfide non ci si può dividere ma si deve condividere". Con questo spirito Seri ha organizzato ieri mattina nella sala della Concordia l’incontro per affrontare con i "vicini di casa", Pesaro e Mondolfo, il tema dell’arretramento dei binari, chiamando al confronto sia il sindaco Matteo Ricci sia il collega Nicola Barbieri: il primo, impegnato a Roma, si è fatto rappresentare dal vice sindaco Daniele Vimini, il secondo ha declinato l’invito.
"Non possiamo permetterci – ha commenta Seri – di perdere le risorse statali: per la ferrovia Adriatica ci sono in gioco 5 miliardi di euro del bilancio pluriennale dello Stato (1 miliardo 800 milioni per le Marche di cui 1 miliardo 200 milioni per il tratto pesarese ndr) e le ulteriori opportunità di finanziamento per le reti transeuropee (Ten-T) all’interno delle quali c’è la linea ferroviaria Adriatica". E ancora Seri: "Dobbiamo evitare le contrapposizioni e le guerre tra una città e l’altra ed essere unti. Non è un caso che Fano e Pesaro, ormai un’unica città metropolitana, nel 2017 abbiano firmato un accordo su scelte strategiche come sanità, viabilità e arretramento della ferrovia. L’arretramento significa liberare spazi e garantire sostenibilità, opportunità di sviluppo turistico e maggiore connessione".
Per Seri, dunque, la strada da seguire è quella di "procedere con piani di prefattibilità per tutti i tratti interessati visto che per ora l’unico piano esistente è quello pesarese". "La Regione si attivi fin da subito – è stato l’invito di Vimini – per gli studi di fattibilità dando la priorità al tratto fanese: ci sono ancora due anni di tempo prima che si arrivi alla progettazione". Aggiunge Seri: "L’arretramento è strategico per la valorizzazione del territorio, cambierebbe il volto delle città costiere, ma per cogliere tale opportunità serve una visione territoriale d’insieme e una progettualità più ampia di quella pesarese e che ci dia la possibilità di procedere a stralci. Il territorio deve lavorare insieme e come un’orchestra (Comuni, Province, Regione e parlamentari) si deve muove sulla base di uno spartito comune. La prima cosa da chiedere sono risorse aggiuntive evitando interventi che porterebbero solo divisioni. A arrivati a questo punto servono studi di fattibili per sapere con precisioni i costi delle opere e per conoscere le criticità ambientali e tecniche: un conto è disegnare una riga su una carta geografica, un altro – ha concluso il sindaco fanese – è la realizzazione concreta di un’opera".