TIZIANA PETRELLI
Cronaca

Arte e vita vanno sempre “Oltre“ partendo da tre camere oscure

Suggestiva mostra alla chiesa del Suffragio di Fano. Al centro un celebre autoritratto di Ligabue. Su questo perno si muovono i lavori di tre autori: Giuseppe Palazzi, Antonio Rasile e Vittorio Paolini.

Suggestiva mostra alla chiesa del Suffragio di Fano. Al centro un celebre autoritratto di Ligabue. Su questo perno si muovono i lavori di tre autori: Giuseppe Palazzi, Antonio Rasile e Vittorio Paolini.

Suggestiva mostra alla chiesa del Suffragio di Fano. Al centro un celebre autoritratto di Ligabue. Su questo perno si muovono i lavori di tre autori: Giuseppe Palazzi, Antonio Rasile e Vittorio Paolini.

di Tiziana PetrelliC’è un prima e un dopo Oltre. E il confine è segnato da un’ombra. O meglio, da tre camere oscure, vere stanze dell’anima, dove i quadri non si osservano soltanto, ma si vivono. L’allestimento della mostra aperta dallo scorso 10 maggio e prorogata fino al 2 giugno nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, in piazza Cleofilo, è qualcosa che Fano non aveva mai visto: immersivo, multisensoriale, audace.

Più che una mostra, un’esperienza, un viaggio intimo nella luce delle emozioni e nel buio della memoria. Un progetto che nasce per gioco, ma arriva dritto al cuore. La firma è quella di ArteMista – Artisti e Pittori Fanesi, giunta alla IV edizione, nata in tempo di pandemia da un’idea di Samuele Bertini e Umberto Gennari. Due appassionati, non curatori di professione, ma con la tenacia e la visione necessarie per trasformare una semplice pagina Facebook in uno degli appuntamenti culturali più sorprendenti dell’anno. E colpisce soprattutto l’allestimento: all’ingresso il visitatore è accolto da una fragranza che lo avvolge e lo prepara a ciò che verrà. Poi il buio. Ma è un buio che illumina, perché le tre "camere oscure" – così definite per la loro struttura ispirata al mondo della fotografia – sono interamente dipinte di nero, e ogni tela emerge come un’apparizione sotto il fascio di un faretto.

Prima di entrare in ognuna di esse, un video esplicativo scorre su un grande monitor, accompagnando il pubblico dentro queste stanze dove si entra in silenzio e si esce con la pelle d’oca. I protagonisti sono tre artisti fanesi dal talento indiscutibile e dalle vite complesse: Giuseppe Palazzi, Antonio Rasile e Vittorio “Paolino“ Paolini. Ma la stella che brilla più forte è quella di Antonio Ligabue, ospite d’onore con un trittico eccezionale, prestato per l’occasione dalla Fondazione che porta il suo nome. In mostra il celeberrimo Autoritratto con farfalla, olio su faesite del 1957 (62,4 x 59,7 cm), una delle opere più potenti e iconiche del pittore emiliano.

Quando gli chiesero il senso di quella farfalla, Ligabue rispose: "È il premio che mi do quando un quadro mi soddisfa più di un altro". Al suo fianco, la scultura in bronzo Gioco di Linci (42,5 x 23,5 x 26,5) e Crocefissione a punta secca (43,4 x 64 cm). Tre opere che da sole valgono la visita. A portare la voce del maestro nella sua forma più autentica è stato Mario Alessandro Fiori, segretario generale della Fondazione Augusto Agosta Tota e massimo studioso dell’opera ligabuiana. Il 10 maggio, giorno dell’inaugurazione, ha tenuto una conferenza partecipatissima alla Memo, raccontando la vita di Ligabue come un cammino oltre l’ombra, oltre il giudizio, oltre le convenzioni.

"Oltre – ha detto – è una delle parole più adatte a descrivere la vita e l’opera di Ligabue. Oltre la disperazione, oltre lo scetticismo, oltre i limiti imposti. Grazie ad Agosta Tota, senza il quale oggi non potremmo comprendere fino in fondo questo genio". Presenti all’inaugurazione anche le figlie dello storico ambasciatore dell’arte di Ligabue, Cinzia e Simona, commosse: "Papà avrebbe amato ogni dettaglio di questo allestimento". Un allestimento gratuito, aperto a tutti, grazie al sostegno del Comune e di numerosi privati. "Abbiamo contaminato la città", dichiarano con orgoglio Bertini e Gennari. Oltre, spiegano, è un tributo a quegli artisti che hanno avuto la capacità e il coraggio di spingersi oltre i limiti, esplorando con le loro opere il dolore, la solitudine, la bellezza. La mostra è completata da un catalogo curatissimo, agile ma ricco, che raccoglie tutte le opere in esposizione, rendendo Oltre anche un’occasione di studio e conservazione della memoria artistica locale. Una mostra che è quindi un atto di amore per l’arte, per la città, per quegli sguardi che hanno saputo andare “oltre“ e che oggi, finalmente, qualcuno ha deciso di illuminare. Anche se nel buio.

Orari: dal lunedì al venerdì ore 18/22.Sabato e domenica 10/12 e 18/22. Fino al 2 giugno.