REDAZIONE FANO

Cabernardi, storia di miniera e di lotta

Un convegno per ricordare i 70 anni dell’occupazione dello stabilimento da parte dei dipendenti che vennero poi tutti licenziati

Con la parola d’ordine "Coppi maglia gialla" alle 10 della sera del 28 maggio 1952 parte la memorabile occupazione della miniera di zolfo di Cabernardi di Sassoferrato, minacciata di chiusura dalla proprietaria Montecatini. Per difendere 850 posti di lavoro, oltre 300 minatori occupano la miniera, in 161 vigilano in superficie, quelli del secondo turno, sono 176, rimangono laggiù a 500 metri sottoterra, il 13° livello. Ci stanno una quarantina di giorni fino al 5 luglio. Sono tutti licenziati, la miniera chiude, molti emigrano, altri sono spostati nelle miniere in altre regioni italiane, 250 famiglie si trasferiscono a Pontelagoscuro di Ferrara, "dove i marchigiani contribuiscono alla nascita del primo polo chimico italiano". Sai che soddisfazione. A settant’anni esatti da quella vicenda dei "Sepolti vivi" mai dimenticata e che segnò profondamente per decenni l’economia e la società di tutto il territorio circostante, compresa una gran fetta della provincia di Pesaro e Urbino, sabato mattina (ore 9 con testimonianze e dibattito dalle 12) nella Sala consiliare del Comune di Pergola, si tiene il convegno "Pane e zolfo, diritti e lavoro, la lotta dei minatori di Cabernardi" con lunga apertura di saluti istituzionali e ragguardevole numero di relazioni di docenti universitari: Franco Amatori, Bocconi; Luca Gorgolini, San Marino; Francesco Chiapparino, Politecnica delle Marche; Marco Labbate e Amoreno Martellini, Urbino. Di riguardo anche il manifesto del convegno dell’illustratore pergolese Simone Massi, autore internazionale di cortometraggi di animazione: vi figurano personaggi d’epoca, dal sindaco di Pergola Galliano Binotti al grande sindacalista Giuseppe Di Vittorio, il pergolese Alberto Toti Buratti, Elmo Del Bianco della Camera del Lavoro, e Walter Taddei sindacalista.

L’organizzazione è dell’Istituto Gramsci Marche, Istituto Storia Marche, Comune di Pergola, Iscop, Biblioteca Archivio Bobbato. Lotta dura senza paura, coraggio da vendere e solidarietà senza tema di smentite. Ma la Montedison vinse e chiuse, lì come altrove, come sempre, con la storia sempre dalla sua parte e di quelle come lei, verso il progresso che è sempre quello dettato da chi decide. Gli altri emigrano e vanno altrove, a vivere anche dignitosamente ma non più a casa propria. "Pane e zolfo": una delle tante lezioni di una sconfitta dura che non scalfisce il grande senso di civiltà della lotta del 1952, con tanto di imposizione ministeriale di sgombero immediato della miniera.

F.B.