Calcinelli, il gommista chiude dopo 45 anni

Saverio Giorgini: "Ho sconfitto il malocchio e un grave tumore. Mai arreso, ma ora vado in pensione"

Severino Giorgini

Severino Giorgini

Calcinelli (Pesaro Urbino), 29 aprile 2018 - Sopraffatto dalla concorrenza, dalla crisi economica e, sostiene, «persino dalla magia». Severino Giorgini, 65 anni, storico gommista di Calcinelli, ha chiuso a malincuore dopo 45 anni. Seguendo le orme del papà Pietro, pioniere dell’assistenza pneumatici sin dal dopoguerra, Severino nei primi anni ’70 era l’unico gommista della zona e vantava una vasta clientela. Culturista e appassionato di lettura, l’artigiano era molto conosciuto e in tanti lo ricordano, sempre circondato da belle ragazze, a bordo della sua Opel Manta Berlinetta nuova fiammante e nella sua pittoresca officina a ridosso della Flaminia. «Ho cominciato quando non c’erano ancora le strumentazioni moderne – racconta – e bisognava avere una muscolatura molto robusta per fare questo mestiere. Ma, nonostante il lavoro fosse duro, ero felice perché si guadagnava e c’era benessere per tutti. I problemi sono cominciati quando, a metà degli anni ’80, la mia clientela misteriosamente si è quasi azzerata».

Come se lo spiega?

«Sono stato preso di mira da un noto mago di Mondavio che, essendo imparentato con un gommista concorrente, mi ha fatto una “fattura” per allontanare i clienti e causare il fallimento della mia attività».

Come fa a esserne convinto?

«Ho fatto degli accertamenti e ho scoperto che queste pratiche nella zona erano diffuse e questo veggente, ex custode di un cimitero ed esperto di magia nera, era stato incaricato di fare un maleficio nei miei confronti».

E poi com’è finita?

«Per fortuna sono riuscito a contrastare questo sortilegio, grazie anche a un suggerimento per una “controfattura” che mio papà mi aveva dato in sogno, e pian piano i miei clienti sono ritornati».

Quindi da allora gli affari sono andati bene?

«Purtroppo il peggio doveva ancora arrivare, quando 15 anni fa è stata avviata la liberalizzazione delle licenze e mi sono ritrovato con altri gommisti che hanno aperto nelle vicinanze, praticando una forte concorrenza sleale con prezzi al ribasso, come i supermercati. Ciò mi ha impedito di realizzare un progetto di ampliamento dell’attività a cui tenevo molto e per il quale avevo fatto tanti sacrifici».

E negli ultimi anni?

«Ho tenuto duro fino a pochi mesi fa, rifiutando di vendere o affittare il mio stabile, poi ho consegnato la partita iva e ora posso vendere solo la merce rimasta in magazzino, pneumatici e biciclette, fino a esaurimento scorte».

Allora ha gettato la spugna?

«No, assolutamente, non sono uno che si arrende facilmente, anche se ormai sono in pensione. Ho sconfitto un tumore alla prostata, che mi era stato diagnosticato nel 2014, e oggi mi sento più forte di prima».

Cosa consiglierebbe ai giovani che volessero intraprendere la sua attività?

«Purtroppo a causa delle tasse oggi non si riesce più a lavorare come una volta. I guadagni se li porta via il fisco, con imposte sempre più alte che hanno costretto tanti esercizi a chiudere. Se le cose non cambieranno, il lavoro sarà sempre più difficile e i giovani non avranno molte speranze. Ma si deve tenere duro e amare il proprio lavoro».